Premio Speciale della Giuria Premio Andersen 2019

Il Premio Andersen | Edizione 2019 | Scelte della giuria | I vincitori | Il programma | Cartella stampa | Partners

Michela Murgia – disegni di The World of Dot – con un fumetto di Paolo Bacilieri
Noi siamo tempesta
Salani

Per aver posto all’attenzione di un pubblico ampio e d’ogni età, fin dalla progettazione compositiva di testi e immagini,  l’importanza di storie collettive, a sottolineare e dimostrare che insieme, in comunità, si incide sul tempo e si costruisce cambiamento.

SCOPRI L’ALTRO LIBRO PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA

L’articolo di Anselmo Roveda su ANDERSEN 361 | aprile 2019:
Ogni vicenda un trittico. Innanzitutto una narrazione letteraria, ma di una storia vera – libera nelle forme, negli andamenti e nelle necessarie piccoli invenzioni, così come letteratura richiede. A seguire ecco una narrazione più breve, una scheda, di contesto, a circostanziare la narrazione letteraria. Ad attraversare il tutto, una sottolineatura visiva, una narrazione per immagini, quali suggestioni – la sintesi di un manifesto in apertura, le decorazioni a correre – capaci di dare ulteriore forza al testo di parole. Così per sedici volte, per sedici storie di un “noi” che incrocia la Storia e interviene sulla stessa. Dall’antichità classica, con i Trecento delle Termopoli, all’attualità stringente: ad esempio, con la società civile impegnata nel recentissimo, e disatteso, referendum catalano o con le ciurme umanitarie delle navi che solcano il Mediterraneo per salvare vite. In mezzo vicende che coprono gli ultimi due secoli: il londinese Bloomsbury Group, la Stazione zoologica di Napoli, la comunità al confino di San Domenico, le sovietiche Streghe della Notte, il Coro de Mano Blancas, le Madri di Plaza de Mayo, l’avventura di Wikipedia, l’Orchestra di Piazza Vittorio, la caduta del Muro di Berlino, la lotta per i diritti civili sul podio delle Olimpiadi 1968, la Meridian Elementary School, la Macchina di Turing, il nastro d’arte e di relazione impulsato a Ulassai da Maria Lai. Imprese collettive o che nel collettivo trovano ragione e forza, significato e senso. Il libro di Michela Murgia – ma non solo, lo vedremo; del resto pure fare libri è sempre un’impresa collettiva, è l’incontro di molte passioni e competenze, anche quando poi, alla fine (non è questo il caso), compare solo un nome, l’autore, in copertina – è la risposta, una risposta possibile, letteraria e editoriale ad alcune costanti o tendenze. Risposta letteraria a una costante delle narrazioni ovvero la netta prevalenza di storie di eroi per lo più soli, se non solitari o addirittura individualisti, e, in sovrappiù, tendenzialmente maschi; vero, del resto sono uno specchio delle millenarie società patriarcali che dominano il pianeta, pure producendo narrazioni; di più, sono una forma facile, semplice, lineare che l’oggi (con le scorciatoie delle fabbriche di storie per web-tv e simili) ha riesumato con superficialità senza badare troppo alla lezione narrativa, decisamente più composita e complessa, degli ultimi due secoli di romanzi. Per contro, e proprio la lezione appena accennata così come certa fiabistica mostrerebbero buoni esempi, la vicenda singola e esemplare – quando non risolta come quadretto edificante, o tensione, diremmo oggi, “ispirazionale” (che obbrobrio!) – ha una sua ragion d’essere: connette il particolare all’universale, consente, per tramite della letteratura, un proprio esclusivo processo d’individuazione in relazione a storie di altre e altri; è, a positivo, uno dei grandi portati della narrazione, specialità della nostra specie per evolvere come individui, nelle età, e come collettivo, nelle epoche. E, poi, in alcuni momenti si è giocoforza soli e incontrare storie di altri soli funziona. La risposta letteraria del libro resta comunque valida perché aggiunge altre narrazioni possibili, quelle collettive, pertinenti con le dinamiche reali – e auspicabili – del nostro tempo, quelle che rendono chiaro che evoluzione è cooperazione. Ancor più interessante però la risposta editoriale.
Risposta editoriale a una tendenza del mercato librario, soprattutto per ragazzi ma non solo; quella non tanto delle storie individuali reali e esemplari (quelle, magari in modo carsico, attraversano da sempre la letteratura d’ambito) quanto quella (vera e propria una moda per alcuni mesi) dei cataloghi, talvolta frettolosi, di vite esemplari, con quell’obbrobriosa tensione “ispirazionale” vista sopra. Ve n’è un oggettivo imperversare. E allora ben venga contrapporre a quelle catene di “io”, di talenti tutti singolari che si fanno poi opera e azione, una bella infilata di “noi”, di imprese possibili solo se giocate insieme, se immaginate e quindi agite nella relazione con altre e altri.
Anche il volume, lo accennavo, è frutto di un lavoro collettivo; oltre alle parole di Michela Murgia – e al più invisibile ma sempre determinante lavoro di redazione – troviamo un fumetto (per il capitolo Le Streghe della notte) di Paolo Bacilieri e le immagine create da DOT, studio grafico di Milano specializzato in grafica editoriale, illustrazione e tipografia, coinvolgendo nel lavoro Luigi Altomare, Iacopo Bruno, Laura Dal Maso, Mauro De Toffol, Giovanna Ferraris, Emilio Ignozza, Francesca Leoneschi, Alice Iuri, Pietro Piscitelli. 

Tutti i vincitori della trentottesima edizione

 

rivista andersen

Il Premio Andersen | Edizione 2019 | Scelte della giuria | I vincitori | Il programma | Cartella stampa | Partners