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Agrifoglio di Matthew Cordell – trad. di Maria Pia Secciani, Clichy
Per un’avventura di paure e sorrisi, in cui la chiara citazione al mondo delle fiabe si trasforma in una divertente storia di crescita, fresca e contemporanea. Per l’espressività del segno, che anticipa le situazioni attraverso i gesti e gli sguardi dei protagonisti, dando ulteriore ritmo. Per la capacità di sorprendere con piccoli colpi di scena, fino all’ultima pagina.
La recensione di Martina Russo su Andersen n. 411 (aprile 2024):
Vivere nel bosco può essere assai spaventoso. Lo sa bene la scoiattola Agrifoglio che, non a caso, ha paura di… tutto. Dei temporali sopra a ogni cosa, ma anche dei rumori forti, di incontrare qualcuno di nuovo, dell’altezza, di nuotare, dei germi e via così. Ecco dunque spiegata la sua esitazione quando la mamma le affida una missione importante: portare la zuppa (sigillata in una pratica ghianda) a Nonna Quercia, che vive dall’altra parte della foresta. A poco però valgono le sue proteste, così, armata di mantellina rossa (e di cos’altro, sennò) e fatto un respiro profondo, Agrifoglio parte per la sua missione. Capitolo dopo capitolo, lo avrete immaginato, la scoiattola dovrà affrontare tutte le sue grandi paure, rischiando di perdere la zuppa, ma riuscendo in un modo o nell’altro a cavarsela. Piccoli colpi di scena costellano una storia divertente e perfettamente congegnata, raccontata attraverso un testo ficcante e illustrazioni capaci di condurre il lettore nel bosco, tra le sue mille insidie e i suoi stralunati abitanti, la cui espressività è motore di ogni scena. Il tratto è quello riconoscibile dell’autore, di recente premiato con lo Strega Ragazze e Ragazzi per il suo Ugo e Poppy. Così diversi, così amici! (Terre di Mezzo), ma che abbiamo imparato a conoscere negli anni grazie al catalogo delle edizioni Clichy (Un lupo nella neve, Explorers, L’isola dell’orso…): qui struttura una storia articolata e in un certo qual modo ciclica, dimostrandosi capace di maneggiare i ferri del mestiere del narratore (l’ambientazione boschiva e i riferimenti alle fiabe, gli animali personificati, la missione da compiere) combinandoli con un piglio ironico che permea testo e immagini, rendendo il tutto ancor più efficace. Ogni parte del volume ci porta dentro alla storia, così la copertina ci presenta una protagonista assai preoccupata, che, seria seria, si guarda intorno timorosa, già consapevole che qualcosa di poco rassicurante la aspetta tra le pagine. Allo stesso modo, però, la quarta di copertina ci mostra una scoiattola che pranza serena con la mamma e sì, è certamente tranquillizzata dal fatto di essere tra le mura di casa, ma non possiamo ignorare una trasformazione, certamente dovuta alle mille peripezie a cui è andata incontro, superandole una dopo l’altra. Un albo divertente, godibile, perfetto per una lettura condivisa da scandire ad alta voce con ritmo sostenuto o per una prima lettura in autonomia, capace di parlare di paure, timori e crescita, tutto nello spazio di una piccola avventura.
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