Premio Andersen 2024: le scelte della Giuria la quarantatreesima edizione

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Illustrazioni mute, dalla forte valenza narrativa; l’uso del bianco e nero, tra Storia e immaginazione; e il ruolo attivo dei lettori nell’incontro con le immagini: osservando i vincitori del Premio Andersen 2024, scopriamo ancora una volta le multiformi possibilità offerte dal linguaggio delle figure, ovvero il loro “potenziale ermeneutico” rispetto a “ciò che il testo non ha strumenti per esprimere”, per citare le parole di Paola Pallottino, storica dell’arte, quest’anno premiata come Protagonista della Cultura per l’Infanzia, autrice tra le altre cose di una preziosa storia delle illustratrici italiane (Le figure per dirlo, Treccani). Ed è appunto una artista ligure a vincere il Premio Andersen come Miglior Illustratrice, Isabella Labate, le cui tavole monocromatiche dialogano con il cinema, la letteratura e la fotografia. Anche la scrittura di Luca Tortolini, Miglior Scrittore dell’anno, entra in profondo dialogo con le immagini e trova il suo linguaggio d’elezione nell’albo illustrato.

IMMAGINI MUTE

Le immagini che incontriamo sfogliando i vincitori del Premio Andersen di quest’anno sono immagini narranti, anche quando le parole non ci sono, o quando si ritraggono per lasciare spazio al segno. Il Miglior libro senza parole è Kintsugi (Logos edizioni) dell’artista peruviana Issa Watanabe, titolo già vincitore del Bologna Ragazzi Award nella categoria Fiction: un albo di nascita e rottura, ricerca e speranza, dove oggetti e personaggi spiccano su un fondale nero. Senza parole è inoltre il vincitore del Miglior libro fatto ad arte, un piccolo leporello di cartoncino, lungo oltre quattro metri e firmato da Anne Brouillard, nome di spicco dell’illustrazione internazionale, solo di recente arrivata in Italia con Orecchio Acerbo e Babalibri. Il suo Viaggio d’inverno (Orecchio Acerbo) narra un tragitto in treno, in un paesaggio silenzioso dove il tempo sembra annullarsi per accogliere il nostro sguardo: un inno alla lentezza e all’incanto delle figure.

Si misura con il linguaggio del silent book anche Isabella Labate, e lo fa rileggendo un classico di Hemingway, Il vecchio e il mare (Kite edizioni), con una sequenza di immagini in bianco e nero dal taglio cinematografico: una riflessione sul rapporto tra uomo e natura e un omaggio al potere delle storie.

BIANCO E NERO

Quasi in uno specchio riflesso, anche le parole di Luca Tortolini tornano all’opera di Hemingway, raccontandoci lo scrittore dal punto di vista della sua gatta, protagonista di Ernest e Biancaneve (Orecchio Acerbo), albo illustrato che nel bianco e nero di Alice Barberini dà forma al mistero della scrittura, celebrando al contempo la natura e l’intelligenza felina.

Sono interamente realizzate con incisione su lastre di rame le tavole del Miglior albo illustrato, che arriva dal lontano Oriente: La cosa nera di Kiyo Tanaka (Topipittori), formato piccolo, tavole in bianco e nero, sguardo ad altezza di bambina, narra l’incontro con una misteriosa creatura e con la soglia di un armadio che invita a esplorare l’altrove. Anche in questo libro incontriamo delle illustrazioni mute, nelle pagine centrali, quando i due amici entrano nell’armadio e le parole cedono il passo alle figure, per narrare la meraviglia e la libertà del gioco.

Con Isabella Labate il bianco e nero diventa inoltre strumento per narrare la Storia e condurci in epoche passate, dal rastrellamento del 1943 narrato ne Il bambino del tram (testo di Fausta Orecchio, Orecchio Acerbo) al dopoguerra di Tre in tutto (testo di Davide Calì, Orecchio Acerbo), dove i bambini del sud povero vengono accolti da famiglie del nord per essere sfamati.

MIGRAZIONI

Il viaggio in cerca di una vita migliore, in fuga da miseria, guerra, oppressione, è al centro di altri due titoli vincitori del Premio Andersen di quest’anno. Il Miglior libro a fumetti, pubblicato dalla giovane casa editrice Il Gatto Verde, arriva dalla Spagna: Khat – Storia di un rifugiato di Ximo Abadía è un romanzo grafico che dialoga con il linguaggio dell’albo illustrato, accompagnando i migranti nell’itinerario tra Africa ed Europa. Il Miglior libro 6/9 anni, Misha (Sinnos), ricostruisce una migrazione dall’Afghanistan all’Olanda, rielaborata dai suoi protagonisti alla fine del viaggio, mentre ritrovano uno spazio da chiamare “casa”: il romanzo è illustrato da Annet Schaap, scritto a quattro mani da Anoush Elman (a cui appartengono i ricordi narrati) e da Edward van de Vendel, tra le voci più importanti della letteratura olandese contemporanea.

Narra la tenacia e la volontà di sopravvivere alle difficoltà anche il Miglior libro 9/12 anni, pubblicato da L’ippocampo: Lo strambo trasloco della magione Miller, una storia quasi vera narrata dal noto scrittore americano Dave Eggers e illustrata ad arte dalla giovane illustratrice spagnola Júlia Sardà, è un racconto sorprendente che affonda le sue radici nella storia dei pionieri di fine Ottocento. L’intraprendente protagonista, per salvare la propria famiglia, è pronta a compiere l’impossibile, sradicando una casa per andare in cerca di un futuro migliore.

ESPLORARE IL MONDO: IL CORAGGIO E LA PAURA

Esploratore del mondo è anche Merlino, il piccolo volatile protagonista di Merlino dove sei? (Pulce), libro cartonato con illustrazioni a collage realizzate da Eva Rasano, vincitore del Premio Andersen come Miglior libro 0/3 anni, nuova categoria che da quest’anno rivolge la sua attenzione alla produzione editoriale destinata ai più piccoli, per accompagnarli nel percorso di crescita e scoperta. Sempre rivolto all’età prescolare, vince nella categoria Miglior libro 3/6 anni un racconto illustrato a capitoli: Agrifoglio (Edizioni Clichy) di Matthew Cordell, ambientato nella foresta di Pungitopo, narra l’avventura di una scoiattolina che ha tante, tantissime paure. Ma anche le risorse per affrontarle, tra colpi di scena e incontri imprevisti.

La paura è ingrediente centrale nella produzione della casa editrice Pelledoca, che riceve quest’anno il premio per la Miglior collana di narrativa. Occhiaperti è una collezione di storie illustrate per diverse fasce d’età, dove incontriamo bambini con mostriciattoli tra i capelli e ragazze che diventano mostri, case inquietanti e hotel fatiscenti, riletture di classici e raccolte di racconti. Tra gli ultimi titoli pubblicati c’è Il cuore in guerra di Sara Magnoli (ill. Riccardo Ambrosi), dove alcune fotografie compromettenti danno inizio a una vicenda di minacce e ricatti che dialoga con l’opera manzoniana, riletta in chiave attuale.

FOTOGRAFIE E DOMANDE

L’educazione all’immagine, oggi più che mai necessaria, è al centro del Miglior libro di divulgazione di quest’anno, La camera buisssima, pubblicato da Quinto Quarto, frutto di un percorso laboratoriale all’interno di una scuola primaria, realizzato e narrato da Elisa Lazuana e Irene Lazzarin, specializzate in didattica dei linguaggi fotografici. I bambini entrano nel libro in presa diretta, con le loro voci: domande, osservazioni e commenti che dialogano con il testo in forma di balloon, grazie alla vivace progettazione grafica di Nicola Leck, che contribuisce in modo determinante al carattere “dinamico” di questo titolo di divulgazione, dedicato alla storia della fotografia. Lo spazio interpretativo offerto dalle immagini può essere occasione di scambio e dialogo: celebra questa potenzialità Fammi una domanda! di Antje Damm (Il Leone Verde Piccoli), del quale festeggiamo il ritorno sugli scaffali con il riconoscimento al Miglior libro mai premiato. Fammi una domanda! è un libro di soli punti interrogativi, dove illustrazione e fotografia aiutano a costruire un dialogo autentico e partecipato tra i lettori. Antje Damm alterna domande filosofiche – come quella che attraversa l’albo Chi sa che cosa sia la felicità lo dica di Luca Tortolini (ill. di Marco Somà, Emme edizioni) – a interrogativi divertenti, non necessari, irresistibili: occasioni per raccontare noi stessi e scoprire chi sono gli altri.

IDENTITÀ

Questa è una funzione centrale della letteratura: contribuire allo sviluppo di una capacità empatica nei confronti dell’altro e alla costruzione dell’identità. Gli albi di Luca Tortolini Essere me (ill. di Marco Somà, Kite) e Non aspettavamo te (ill. di Serena Mabilia, Clichy), due storie di rinoceronti e gorilla che si trovano a vivere in contesti più o meno accoglienti, celebrano la libertà di essere se stessi, l’unicità di ciascuno, l’amore nonostante la diversità. Il tema dell’identità è centrale anche nei romanzi vincitori di quest’anno: Eravamo il suono (Lapis) di Matteo Corradini, Premio Speciale della Giuria, che ripercorre la vita di otto ragazze dell’orchestra femminile di Auschwitz; Grande, Bro di Jenny Jägerfeld (Iperborea), Miglior libro oltre i 12 anni, che riflette sull’identità di genere; e il romanzo storico Testa di ferro (Camelozampa), Miglior libro oltre i 15 anni, l’avvincente storia di una ragazza nell’Europa napoleonica di inizio Ottocento, che sente stretti i vincoli imposti dalla società e sceglie di opporsi alle convenzioni per scegliere il proprio destino.

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