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A letto, bambini! e altre storie di Sylvia Plath – trad. di Bianca Pitzorno, Mondadori
Per aver riportato ai lettori tre storie che sono in primo luogo estremamente divertenti e efficaci nella lettura ad alta voce, grazie al ritmo di una scrittura di una grande poetessa, capace di superare indenne i decenni. Per una traduzione sapiente che ne recupera la freschezza, lo sguardo affettuosamente ironico e in profonda sintonia con la fantasia dell’infanzia.
La recensione di Martina Russo su Andersen n. 401 (aprile 2023):
“Voleva scrivere”. Questo dice Freida Hughes di sua madre, la scrittrice e poetessa Sylvia Plath, nella prefazione a questa nuova edizione di A letto bambini! e altre storie. E lo stesso ribadisce Bianca Pitzorno, qui in veste di curatrice e traduttrice del volume di questi racconti per bambini, scritti con voce ironica e argentina, quella che conoscendo la drammaticità dei versi (e della vita) di Plath forse ci si stupisce di trovare. D’altronde è tutto racchiuso lì, nell’affermazione di Hughes: l’amore per la scrittura era un qualcosa di tanto potente da diventare materia plasmabile nelle sue mani, capace di rivolgersi a tutti, grandi e piccoli, senza artifici e bamboleggiamenti, semplicemente volgendo lo sguardo al diverso interlocutore. Ed è così che questi tre racconti, riproposti tutti insieme come già nel 2003 nel volume Sylvia Plath. 3 storie per bambini (nel 1990 invece era stato pubblicato solo quello che dà il titolo all’attuale raccolta nella collana “Junior”) si presentano come una piccola finestra affacciata sulla fantasia di un bambino o una bambina, che potrebbe benissimo esserne l’autore. Che dire infatti della cucina della signora Mirtilla (Folletti in cucina, illustrato da Claudio Muñoz), animata – a sua insaputa – da elettrodomestici personificati, ormai stufi di occuparsi sempre delle stesse faccende, seppur con grande competenza. Per mantenere alta la motivazione ai folletti domestici (discendenti di quelli che trasformavano il siero in burro e sorvegliavano la lievitazione del pane nell’antico forno) non resta che accontentarli, pur consapevoli delle conseguenze, e concedere al forno di stirare le camicie, alla caffettiera di fare il gelato, alla lavatrice di cuocere il pan di spagna. Nel secondo racconto (illustrato da Rotraut Susanne Berner), invece, Plath gioca con le situazioni reiterate e un vestito nuovo di zecca, color zafferano, passa nelle mani di tutti i componenti della famiglia di Max, fino ad arrivare a lui, il più piccolo e l’unico che ha da sempre il desiderio di possedere un vestito vero. Infine A letto, bambini!, un catalogo – in versi, illustrato da Quentin Blake – affascinante e divertente (che invita in fondo a continuare il gioco) di possibili giacigli per bambini: da quello sulla schiena di un elefante, a quello tascabile, quello sulla cima degli alberi o quello, cingolato, che scala le montagne. Un giocattolo letterario, come suggerisce anche Pitzorno in prefazione, con cui Plath diverte e si diverte, in un rocambolesco elenco di invenzioni esagerate, esempio di una scrittura solo apparentemente semplice che sottende grandissima consapevolezza.
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