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Mule Boy e il Troll dal cuore strappato di Øyvind Torseter – trad. Alice Tonzig, Beisler
Per la divertente e sapiente capacità di raccontare, con parole e immagini, all’infanzia; per aver saputo disporre con originalità la narrazione nelle forme del fumetto facendo altresì tesoro tanto dell’arte antica della fiaba quanto di sensibilità e soluzioni dell’illustrazione contemporanea.
La recensione di Anselmo Roveda su Andersen n. 386 (ottobre 2021):
Un re con sette figli, sei dei quali in età da percorrere il mondo. A ciascuno di questi ultimi viene affidato un destriero; a portarli a zonzo per i regni, oltre ai quadrupedi, ci penseranno età e fortuna. Fortuna che li conduce, dopo qualche avventura, a incontrare sei sorelle; principesse pure loro e in giusta età per diventarne le amate spose. Non resta che tornare a casa da papà re per celebrare le esanozze, peccato che lungo la via del ritorno vengano – tutt’e dodici! – pietrificati dal malvagio troll della montagna. Il mancato ritorno della progenie prostra il genitore monarca; è afflitto, ormai dispera. E il settimo fratello? È il più giovane e per questo è rimasto a casa; e ora il padre se lo tiene stretto stretto, è l’ultimo affetto rimastogli. Mule Boy, questo il suo nome, però è determinato a ritrovare i fratelli e a far tornare la gioia a corte e, soprattutto, nel cuore del regale padre. Nelle scuderia resta soltanto un ronzino spelacchiato, chiacchierone e pavido; per compiere la sua missione si dovrà accontentare di quello, però per fortuna – titubanze e timori a parte – è simpatico e nel momento del bisogno saprà aiutarlo. L’avventura può iniziare. Dopo essere incappati in un elefante bisognoso d’aiuto e in un sassofono abbandonato, i due – al calare della notte, in un movimentato colloquio con un lupo affamato – trovano la giusta direzione. Ecco la montagna. Ecco, nelle sue viscere, la dimora del temibile troll. Mule Boy, buffa miscela di coraggiosa fermezza e serafica ingenuità, entra solo; il ronzino non se la sente. Tra cunicoli e stanze della magione mostruosa, mentre mucchi di ossa umane cercano di dissuaderlo con voci spettrali, si imbatte in una principessa tenuta segregata dal troll. Il giovanotto le promette salvezza, è pronto a battere l’orco; lei spiega che, allo stato attuale, ciò è impossibile: il troll non ha cuore nel petto, l’ha nascosto chissà dove, e senza quello non gli si può nuocere in alcun modo. I due nobili ragazzi, infine, dopo diversi arguti (e floreali) tentativi non particolarmente riusciti, scoprono il luogo in cui pulsa l’organo del mostro: un barattolo, assai ben sigillato, in un armadio in fondo alla cantina chiusa da rocce e quindi sorvegliata da una piovra. Niente ormai può fermare Mule Boy. Mostro sconfitto, incantesimi sciolti, amori coronati, missione compiuta. Øyvind Torseter ci regala, insieme alla sua traduttrice Alice Tonzing, una storia avvincente e spassosa, disposta in un fumetto che non è solo un fumetto (in efficace e calibrata ibridazione con le grammatiche dell’albo illustrato, con e senza parole, nel suo corpo principale e con la narrativa in antefatto). Una storia originale e modernissima eppure perfettamente funzionante nel suo incedere in dialogo con le strutture narrative della fiaba tradizionale e popolare; antagonista, peripezie, aiutanti e doni compresi. Una narrazione da godere a ogni età e da diverse prospettive. Le bambine e i bambini (e con loro tutti) godranno della storia; gli scrittori e gli illustratori, innanzitutto quelli in formazione, godranno pure dell’indagare struttura e soluzioni, davvero esemplari; gli studiosi godranno anche dello scovare – nel testo e nelle immagini – rimandi, consonanze, ispirazioni e citazioni.Un ultimo, ma non trascurabile pregio: questo volume è il primo della collana, o forse bisognerebbe dire contenitore editoriale, “Trasversale” di Beisler; lo cogliamo come un gustosissimo aperitivo, in attesa di scoprire il menu in divenire. E se “il buon giorno si vede dal mattino”… La recensione del libro a cura di Andersen per la rubrica di RAI Radio Kids.
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