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Il segreto di Nadia Terranova e Mara Cerri, Mondadori
Per un’opera completa in cui testo e illustrazioni si mantengono linguaggi distinti ma capaci di fondersi felicemente, restituendo al lettore le atmosfere della storia e la sensazione di spaesamento e inadeguatezza della protagonista, alle prese con le difficoltà dell’adolescenza. Per la forza e contemporaneamente la delicatezza con cui vengono ritratti i personaggi che si muovono tra le pagine, intensi e affascinanti. Per una narrazione in equilibrio tra reale e fantastico, in una sospensione avvolgente, tanto malinconica quanto festosa.
La recensione di Anna Pedemonte su Andersen n. (luglio/agosto 2021):
“Ho deciso di inventare storie perché so che spesso è faticoso accettare la realtà. I suoi confini sono stretti, i suoi contorni asfittici.” Quindi se nel vocabolario Treccani leggiamo: “Realtà: ciò che è reale, che esiste concretamente e effettivamente”, ha ragione la giovane protagonista nel riconoscere che la vita è ricca di così tante dimensioni alle quali quel “concretamente” sta davvero troppo stretto. La storia di Adele viaggia infatti su questo confine sottile, tra la quotidianità della sua vita in casa della nonna dopo la morte dei genitori, e i segni di incursioni misteriose ed invisibili: di chi sono i passi notturni nel sottotetto, che cosa si muove all’ora del tramonto tra le piante del giardino, chi aggiunge una casella al gioco della campana se Adele è da sola? Fantasie, illusioni, sogni, proiezioni del desiderio, chi può dire che cosa sia o non sia reale nel mondo interiore di ognuno? Il libro appare come un originale intreccio tra le parole (di Nadia Terranova) dell’Adele adulta che racconta il suo mondo di bambina nella casa sulla collina, tra boschi, mare, cieli stellati e tanti animali, e le immagini fantastiche di Mara Cerri, che tra un capitolo e l’altro costruiscono a loro volta un’altra storia, con tutt’altro linguaggio. Raccontano un mondo sotterraneo che sembra nascere dalla terra stessa, e man mano farsi sempre più vivo, animato da creature misteriose e vitali. È un microcosmo che corre parallelo alla vita della protagonista incrociandone in qualche modo le emozioni, e sembra germogliare nel momento in cui la nonna suggerisce ad Adele di confidare alla terra il segreto che la turba al punto che non basta più nemmeno lo Svuotacuori – il barattolo dove la bambina riversa e chiude le piccole infelicità quotidiane che appesantiscono le giornate il cuore e la vita. Figura centrale è la nonna, un bellissimo personaggio che gli occhi della nipote vestono di un affascinante alone di mistero: sirena – così era soprannominata da bambina – prestata alla terraferma, ha una conoscenza profonda dei segreti di piante e animali, ma è dotata soprattutto della “magia” di una profonda intuizione del cuore; sa accompagnare con delicatezza Adele creando intorno a lei un mondo di bellezza e di affetti, senza però evitarle difficoltà e delusioni, conflitti e piccoli tradimenti, perchè sa bene che soltanto da sola può trovare chi è davvero e che cosa desidera. Il mondo sotterraneo sembra continuare a vivere festosamente e rivela un bisogno che Adele deve riconoscere senza tradire se stessa, cosicchè quando finalmente capirà che “nessuno è fatto per stare da solo (…) a patto di trovare gli amici giusti”, il Segreto potrà emergere e Adele fare finalmente pace con se stessa: “Non possiamo avere tutto quello che vogliamo, ma non possiamo neanche farci bastare solo quello che abbiamo. A volte restiamo imprigionati in un ricordo sospeso, in una possibilità che non si è concretizzata, sulla soglia di una dimensione che non possiamo più varcare: è allora che dobbiamo osare e sognare più forte.
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