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Storie che costruiscono relazioni con il mondo, invitano a immaginare, a creare nuove narrazioni, a proseguire il gioco creativo che dà vita alle pagine. Osservando i vincitori del Premio Andersen 2021 – riconoscimento nato quarant’anni fa – questo filo rosso emerge subito con chiarezza e richiama alla mente le parole di Gualtiero Schiaffino (1943-2007), fondatore della rivista e del premio: “Immaginare è marinare le ore noiose della vita.” Prendiamo allora in prestito l’Occhio Ladro di Chiara Carminati e Massimiliano Tappari per andare in cerca di storie nei boschi e nelle spiagge dell’estate, provando a “leggere le nuvole e i fiumi” del “libro del mondo”; oppure creiamo personaggi con frammenti di corteccia o fili d’erba, come ci invita a fare nei suoi libri Mauro Bellei (Protagonista della Cultura per l’Infanzia); raccogliamo foglie per montare in sella a un fido destriero o per leggere le nostre emozioni, come ci insegnano Angelo Mozzillo e Marianna Balducci con l’albo Io sono foglia; e poi aggiungiamo nuovi sogni impossibili al libro di Murdo, yeti di carta ideato da Alex Cousseau e illustrato da Éva Offredo, che vive tra le pagine ma vorrebbe “esistere fuori da un libro”. Albi illustrati, poesie e racconti che rispecchiano il nostro bisogno di stare nel mondo, la nostra fame di incontri e bellezza.
LIBRI CHE APRONO ALL’IMMAGINAZIONE – L’invito a immaginare che troviamo tra le pagine dei vincitori della quarantesima edizione del Premio Andersen non è infatti il fantasticare libero di chi sta dietro un vetro, dentro una casa, ma è soprattutto il pensiero creativo e concreto di chi esce nel mondo. Ripartiamo dunque da Io sono foglia di Angelo Mozzillo e Marianna Balducci (Bacchilegajunior – Miglior libro 0/6 anni), un albo che nasce dal gesto dell’illustratrice che raccoglie una foglia in un giorno di tristezza. E basta davvero una foglia per raccontare tutto, dalla noia all’avventura, dalla musica al bisogno di essere amati, attraverso immagini che uniscono disegno e fotografia, e da cui scaturiscono le parole in rima di Mozzillo. Poesia e scatti fotografici sono ingredienti che ritroviamo anche in Occhio ladro di Chiara Carminati e Massimiliano Tappari (Lapis – Miglior libro fatto ad arte), una raccolta di microstorie in versi dove i lampioni diventano gabbie per la luna, i pluviali stivali per cigni, i sassi volti di pugili, mentre i fili della luce mutano in pentagrammi per canti d’uccello e le galline-calamite si nutrono di ferro e fantasia. Mauro Bellei, che riceve quest’anno il Premio ai Protagonisti della Cultura per l’Infanzia, nei suoi libri (pubblicati da Fatatrac e da Occhiolino Edizioni) include quasi sempre uno spunto operativo per il lettore, talvolta offrendo anche materiali che si possono defustellare e utilizzare nel gioco: i bambini si trovano così a costruire una città dei numeri, un’esposizione di sassi, figure che nascono da pallini neri o uno “spaventapasseri amico dei passeri” dentro un orto di figure. Orto che fa la sua comparsa anche tra le pagine di Gallinario di Barbara Sandri, Francesco Giubbilini e Camilla Pintonato (Quinto Quarto, Miglior libro di divulgazione), un titolo di non fiction tra enciclopedia e catalogo, che esplora la varietà del mondo animale partendo da una delle creature più comuni e citate, ma spesso rappresentata in modo semplificato. Questo libro, fornendo informazioni scientifiche ma anche approfondimenti e aneddoti, arricchisce il nostro immaginario e nutre la curiosità. E a proposito di pennuti, troviamo un’oca anche nel frontespizio di A ritrovar le storie (Edizione Corsare) di Annamaria Gozzi e Monica Morini, illustrato da Daniela Iride Murgia (Miglior Illustratrice dell’anno), un albo che si chiude con un gioco dell’oca che invita i lettori a sperimentare sul tabellone la stessa esperienza dei personaggi, la scoperta di come una singola parola possa dar vita a racconti e ricordi. Si conclude con uno spunto operativo, una pagina di quaderno a righe che può completare il lettore, anche Il paese degli elenchi (ill. Andrea Antinori, Topipittori) di Cristina Bellemo – autrice molto attenta alla misura breve, che riceve quest’anno il Premio come Miglior scrittrice dell’anno – un libro che celebra, come scriveva su Andersen n.383 Walter Fochesato, “l’irriducibile ricchezza del mondo dei piccoli”. Una ricchezza testimoniata anche dal vasto patrimonio di disegni di bambini di tutto il mondo conservato presso la Pinacoteca Internazionale dell’Età Evolutiva “Aldo Cibaldi” di Rezzato (BS), un archivio vivo che promuove la creatività dei bambini, insignito quest’anno con il Premio Andersen ai Protagonisti della Cultura per l’Infanzia.
IL SOGNO, LA VITA E IL CINEMA – L’invito a immaginare è implicito anche tra le pagine di Murdo di Alex Cousseau, illustrato da Éva Offredo (Ippocampo – Miglior libro 6/9 anni), un catalogo di cinquantanove sogni impossibili, dove incontriamo mondi alla rovescia, ombrelli magici e maglioni confezionati con le parole. I testi e le immagini mescolano assurdo e poesia, restando sempre vicini al mondo dell’infanzia, alla sua naturale inclinazione per il sogno ad occhi aperti, libero e fantastico. Esce da un libro di carta ed entra in un paesaggio da sogno anche la mucca contesa da fratello e sorella ne Il sogno rubato, pubblicato nella collana Pulci nell’orecchio (Orecchio Acerbo – Miglior collana di narrativa), un racconto di Niccolò Tucci, dove i bambini dialogano con il padre e fanno le loro “indagini sul mondo dei sogni” muovendosi al confine tra realtà e immaginazione.
La dimensione del sogno, in una chiave diversa, attraversa anche le pagine di un gradito ritorno, Il ragazzo del fiume di Tim Bowler (Mondadori – Miglior libro mai premiato), un romanzo dalla scrittura magistrale che indaga il mistero dell’esistenza, attraverso lo sguardo della giovane protagonista e il suo legame con il nonno, tutt’a un tratto vecchio e fragile. Una storia che ci immerge nelle acque del fiume insieme a Jess, “come un sogno che attraversa una mente addormentata”, tra quadri incompleti e presenze misteriose, mentre la giovane protagonista si prepara ad affrontare la perdita del nonno.
Vita e morte sono al centro anche de I tre funerali del mio cane di Guillaume Guéraud (Biancoenero – Miglior libro 9/12 anni), romanzo breve che si apre con la triste notizia della morte del cane Babino. Al contrario di quanto si potrebbe immaginare, l’ingrediente che più caratterizza la scrittura dell’autore è un umorismo lieve, fatto di dialoghi surreali e al contempo realistici, veri come la terra da scavare e l’amicizia che unisce i personaggi: una narrazione attraversata da una leggerezza profonda, come la migliore letteratura per l’infanzia. Leggerezza che richiama alla mente il cinema di Truffaut, al centro del libro di Luca Tortolini e Victoria Semykina – François Truffaut, il bambino che amava il cinema (Kite Edizioni – Miglior albo illustrato) – un albo biografico che ripercorre l’infanzia e la giovinezza del grande regista francese della Nouvelle Vague; un titolo dove ancora una volta troviamo narrato l’incanto delle storie, la vitalità dell’infanzia, il potere dello sguardo e delle immagini.
IMMAGINI E COPERTINE SILENZIOSE – L’albo illustrato, come il cinema e il fumetto, è un’arte sequenziale. Sfogliando l’albo senza parole Fiori di città di JonArno Lawson, illustrato dal talentuoso Sydney Smith (Pulce Edizioni – Miglior libro senza parole), si ha quasi l’impressione di guardare un corto animato, la storia di una moderna Cappuccetto Rosso che attraversa la città grigia e raccoglie fiori nei luoghi più impensati, donando colore e dolcezza a tutti quelli che incontra, trasformando il mondo. Sono mute anche le copertine della collana Pulci nell’orecchio di Orecchio Acerbo, che trasferisce il titolo e il nome dell’autore in quarta per lasciare alle illustrazioni di Fabian Negrin (che è anche ideatore e curatore della collana) il compito di presentare ogni titolo. Un bambino dalle ginocchia sbucciate, i pantaloni corti e la testa da animale ci introduce così alla lettura di Bee bee, Pecora Nera, racconto autobiografico di Rudyard Kipling, che come Truffaut e il suo alter ego Antoine Doinel, viene bollato come “pecora nera” e scopre con suo grande stupore che in Inghilterra gli adulti avevano una ferrea convinzione: “i bambini non erano fatti per parlare, ma per ascoltare”. Un’idea di educazione radicalmente diversa rispetto a quella che emerge dalle pagine di Storia piccola (ill. Alicia Badalan, Topipittori), altro albo scritto da Cristina Bellemo, dove le parole per il bambino sono “musica delle cose” e “fanno le cose” e i genitori festeggiano ogni nuova parola pronunciata dal figlio cavalcando sulla spiaggia.
GRANDI AVVENTURE – Tra i titoli di Pulci nell’orecchio, collana che spesso riflette sul rapporto tra infanzia ed età adulta attraverso un’accurata e preziosa selezione di piccole gemme della letteratura internazionale, non manca l’ingrediente dell’avventura. Ne Lo zio del barbiere e la tigre che gli mangiò la testa di William Saroyan ci sediamo insieme a un ragazzino dai capelli troppo lunghi dentro la bottega di un barbiere armeno, pessimo nell’arte del taglio, ma grande narratore. Leggiamo così del lungo viaggio di zio Misak per il mondo, insieme a un circo e a una tigre feroce. E poi c’è la giornata inutile da cui nasce il viaggio sui trampoli del protagonista di Avanti Tutta! di Guia Risari (Edizioni Corsare), illustrato dalla Migliore Illustratrice dell’anno, Daniela Iride Murgia, che trasforma i trampoli in matite che disegnano mondi sorprendenti. Di avventura in avventura arriviamo a Sally Jones, una femmina di gorilla con una macchina da scrivere, un talento per comprendere gli altri e un’avvincente storia da raccontare. La scimmia dell’assassino, dello scrittore e illustratore svedese Jakob Wegelius (Iperborea, collana Miniborei – Miglior libro oltre i 12 anni), è un grande romanzo di avventura che ci porta da Lisbona all’India in un susseguirsi di disgrazie, peripezie, assalti, ma è anche una storia di amicizia, coraggio e lealtà.
ADOLESCENZA E COMUNICAZIONE – Amicizia e lealtà vengono messe in discussione nel romanzo vincitore della categoria Miglior libro oltre i 15 anni – Senza una buona ragione di Benedetta Bonfiglioli (Pelledoca) – dove la protagonista vede sgretolarsi la sua vita insieme a ogni certezza sulle persone che la circondano. La narrazione serrata ricorre alla seconda persona singolare e a frammenti di diario per proiettare il lettore dentro la storia, nel ruolo del carnefice e al contempo di chi è vittima “senza una buona ragione”. Cortocircuiti comunicativi e relazioni ci portano infine a sfogliare Girotondo di Sergio Rossi e Agnese Innocente (Il Castoro – Miglior libro a fumetti), graphic novel con dieci personaggi e dieci episodi che prende spunto dall’omonima opera di Arthur Schnitzler per narrare l’amore al tempo di whatsapp.
I PREMI SPECIALI DELLA GIURIA – Due edizioni speciali, dedicate a testi della letteratura italiana e della tradizione popolare, ricevono inoltre il Premio Speciale della Giuria: il pop-up di Massimo Missiroli e Paolo Rambelli per La Divina Commedia – Inferno, che dà vita alle illustrazioni di Gustave Dorè nell’anno dedicato a Dante Alighieri; e l’albo illustrato con grandi tavole di Lorena Canottiere, per Bella Ciao – Il Canto della Resistenza (prefazione di Daniele Aristarco, Einaudi Ragazzi).
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