Premio Andersen 2021: Miglior libro 9/12 anni La quarantesima edizione

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I tre funerali del mio cane di Guillaume Guéraud, trad. di Flavio Sorrentino, Biancoenero

Per la capacità di dosare umorismo e serietà, con sapiente delicatezza, raccontando un momento di profonda tristezza, ma senza indugiare sul dolore, quanto, piuttosto, sulla straordinaria capacità di elaborare dell’infanzia. Per una scrittura mimetica, in cui è spontaneo immedesimarsi, ritrovandosi nei gesti, negli sguardi, ma anche nelle ingenuità dei protagonisti. Per una storia davvero per tutti, che racconta il bisogno universale di congedarsi da chi si è perduto e lo fa con un’attenzione in più all’accessibilità di lettura.

 

La recensione di Martina Russo su Andersen n. 379 (gennaio-febbraio 2021):
Babino è morto. Questa la ferale notizia che accoglie Nemo appena tornato a casa da scuola: il suo cane è stato investito e non c’è stato nulla da fare. Il bambino è ovviamente disperato, non riesce a fare altro che piangere, non mangia, pensa solo a quanto era bello avere a fianco il suo amico fedele. Non ha nemmeno voglia di giocare a calcio con i suoi amici Giulio e Nadir, quando questi lo vengono a prendere per andare al campetto. E d’altronde pure loro due sono molto rattristati dalla notizia. Insomma, non resta che organizzare un piccolo funerale e i quattro amici – aggiuntasi Morgana – più la sorella di Nemo, Mila, si mettono all’opera per scavare una buca e preparare un degno congedo per Babino.
Le tristi premesse non ingannino: il racconto di Guillaume Guéraud è capace di stupire: disarmante e – sì, pare strano a dirlo – divertente, è tremendamente realistico nel raccontare come i bambini affrontino il lutto, con un approccio in equilibrio tra il cinismo (involontario) e l’innocenza. Difficile contestualizzare in poche righe la naturalezza con cui viene raccontata la vicenda, in un racconto mimico che scivola tra i dialoghi surreali ma tremendamente concreti dei cinque bambini: colpiti dalla morte di Babino, imitano i comportamenti dei grandi nell’organizzare il funerale, ma l’approccio a minuti di silenzio, discorsi di congedo e sepoltura è inevitabilmente quello infantile, e menomale, aggiungerei. Con umorismo pirandelliano, si susseguono equivoci e inconvenienti che in un modo o nell’altro ritardano la cerimonia – da qui i tre funerali del titolo – ma che diventano anche occasione di confronto per i bambini, che, a loro modo, compiono un piccolo percorso di accettazione della perdita. Alla fine il rito si farà e i ricordi di ognuno dei presenti renderanno il tutto ancor più tenero e reale e aiuteranno Nemo a reagire con occhi diversi alla scomparsa di Babino.
Attenzione però, che questo non diventi “un libro che parla di…”: scorrevole e immediato, il racconto di Guéraud risulta perfetto per una lettura individuale in cui è naturale immedesimarsi, anche se non si è vissuta in prima persona una perdita, anche grazie all’alta qualità della scrittura e alla capacità di non cedere al didascalismo.

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