Miglior libro 6/9 anni

premio andersen 2020

La buca (Camelozampa) di Emma Adbåge – trad. di Samanta K. Milton Knowles

Per una rappresentazione vivacissima e vera dell’infanzia, dei suoi bisogni e dei suoi desideri. Per raccontarci in modo piano e garbato come spesso gli adulti siano incapaci di comprendere il mondo dei bambini. Per la bellezza di illustrazioni di grande efficacia e freschezza narrativa.

Traduzione dell’intervento video di Emma Adbåge

Ciao!

Un saluto dalla Svezia, dalla felicissima e onoratissima autrice e illustratrice del libro “Gropen”, “La Buca”, cioè da me, Emma AdBåge. Qui dietro di me vedete dove lavoro.

Sono così onorata, e così felice, e così lusingata di ricevere il Premio per questo libro.

Credo che sia il primo premio non svedese che ricevo in assoluto,

e quindi significa molto per me riceverlo.

Voglio ringraziare tanto la giuria, naturalmente,

voglio dire grazie anche a Camelozampa che ha creduto in questo libro

e voglio ringraziare la meravigliosa traduttrice Samanta che ne ha fatto la traduzione dallo svedese all’italiano.

Significa molto per me che vi piaccia,

che vi sia piaciuto così tanto da volermi assegnare questo premio straordinario.

Credo che non sappiate che “Gropen”, “La Buca”, si basa su una storia vera.

Nella vita reale, la Buca effettivamente c’è ancora, quindi credo che i bambini ci giochino dentro tuttora.

Quindi… Che il gioco continui! E che la lettura continui!

Vi mando tanto affetto da qui, dalla Svezia, e spero che stiate tutti bene.

Un grande abbraccio e un grazie per questo bellissimo premio.

Sono così felice di riceverlo!

Ciao!

La recensione di Walter Fochesato su Andersen n. 371 (aprile 2020):

La Buca (rigorosamente con la maiuscola) è un luogo magico e vivo che sembra serbare per i bambini sorprese e meraviglie, un luogo dove inventare giochi dai nomi fascinosi (a mamma orsa, a capanna, alla famiglia di caprioli, a burrone infuocato…), costruire percorsi ad ostacoli, stare in equilibrio sul Bordo e tante altre cose. Così fanno (assaporando crescita e libertà) gli alunni di una piccola scuola elementare. Ma gli insegnanti sono preoccupati e pensano che, prima o poi, qualcuno si farà male e osservano scettici e immusoniti quel che accade. Finché prendono a pretesto un po’ di sangue dal naso di Vibeke, che si è inciampata nelle stringhe delle scarpe e sui gradini della scuola, e decidono di farla finita con la Buca. Spianata in un fine settimana: tutto scomparso, “piatto e duro”. “Nessun posto dove rotolarsi, Nessun posto dove scivolare sulle ginocchia”. Ma non hanno fatto i conti con la conseguente creazione di un Mucchio. “Ci arrampichiamo e ci spenzoliamo. Scaviamo e strappiamo. Giochiamo fino a quando ci vengono a prendere alle quattro”. E la vicenda sembra ricominciare daccapo con i maestri che osservano, sicuri che prima o poi qualcuno si farà male. Che faranno, però, un’altra buca? E poi?
Ammettiamolo, in questo albo, dove all’apparenza sembra che accada ben poco, gli adulti ci fanno una ben misera figura. Non sono, a dire il vero, stupidi né tanto meno cattivi ma, più semplicemente, si rivelano incapaci di comprendere l’infanzia e i suoi bisogni e la sua visione del mondo. Ci appaiono distanti, paurosi, preda dei loro sciocchi pregiudizi. Un atteggiamento che ben conosco, avendo “frequentato” le aule scolastiche per trentacinque anni. Poi, è stata sicuramente una questione di fortuna, ma non pensando al prima o poi, mai nessuno dei miei bambini si è mai fatto male. Eppure, lo giuro, ne abbiamo fatto di cotte e di crude. Tornando all’albo, che giunge dalla Svezia, patria di Pippi ed Emil, mi piacciono molto anche le fresche e incisive illustrazioni, di rara efficacia nella loro sobria misura “espressionista”.

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