Premio Andersen 2018 | Scelte della giuria | I vincitori | Il programma | Cartella stampa | Partners 2018
Ulf Stark – ill. di Olof Ladström trad. di Laura Cangemi
SAI FISCHIARE, JOHANNA?
Iperborea
Per una storia semplice in superficie, ma capace di toccare le corde più delicate, affrontando con delicatezza il tema della perdita e del distacco. Per la possibilità, per il lettore, di immedesimarsi istantaneamente tanto nei giochi dei protagonisti, quanto nella loro dimensione emotiva. Per la cura editoriale, l’eleganza grafica e l’attenta traduzione che rendono manifesto il lavoro di concerto tra le diverse competenze dietro le quinte di questo libro.
La recensione di Caterina Ramonda su ANDERSEN 352 | maggio 2018
Già pubblicato nel 1997 da Piemme, torna un incantevole racconto lungo di Ulf Stark, questa volta nella collana “I Miniborei” in cui Iperborea si propone di tradurre testi classici e non, testi di alta qualità dalla letteratura nordica, riproponendo la stessa cura editoriale e l’eleganza grafica che da sempre contraddistinguono la casa editrice. Il testo trova un nuovo respiro sulla pagina grazie al formato e si fa misura perfetta per essere messo tra le mani di lettori dai sette anni, coetanei dei protagonisti. Ulf e Berra infatti fanno quattordici anni in due e si stanno dondolando su un’altalena fatta in casa – un’asse e un bidone – quando germoglia un’idea: trovare un nonno per Berra, che faccia esattamente tutte le cose interessanti di quello di Ulf (offrire il caffé, mangiare piedini in gelatina, regalare denaro al nipote). E siccome quando si ha un piano va messo in atto in fretta – Ulf pare essere un esperto – eccolo accompagnare l’amico alla locale casa di riposo e spingerlo dentro una stanza per adottarne Nils, l’anziano occupante. La magia dell’incontro e del riconoscimento è un attimo: si somigliano tanto, ciascuno con un cerotto sul mento, che non possono non cominciare a comportarsi da parenti: Berra viene presentato agli ospiti del ricovero e tutti ammirano la somiglianza fisica col nonno, le visite si susseguono quasi quotidianamente, Nils insegna come si fischia e come si fa un aquilone col foulard di seta della moglie perduta e in cambio riceve una festa di compleanno a sorpresa che celebra il suo ricordo d’infanzia migliore: rubare le ciliegie dall’albero. Va via veloce la storia, perché il tempo è poco: Nils muore qualche settimana dopo, ma resta quel che è stato, quel che lui ha saputo insegnare (il felice fischiettare di Berra sotto gli occhi orgogliosi di Ulf) e la cura che il piccolo ha avuto nei sui confronti. Una storia un poco folle come sovente lo sono quelle di Stark, ricca di grazia nel dire la vita e di inattesi momenti comici, a cui fanno da contrappunto le rotonde illustrazioni di Landström. Una storia che si può leggere ad alta voce, lieve come la carezza che Nils fa al nipote, come è la vita quando le si sorride nel vento, mentre la seta dell’aquilone vola alta.
Tutti i vincitori della trentasettesima edizione
Premio Andersen 2018 | Scelte della giuria | I vincitori | Il programma | Cartella stampa | Partners 2018