APPUNTAMENTI

Libri e arte: come costruire progetti che valorizzino l’originalità dei bambini?

Lunedì 5 ottobre – Libri per immergersi nel mondo dell’arte, come varchi da attraversare per entrare in una dimensione altra. Libri da scoprire anche attraverso il corpo, con il tatto. Libri da costruire. Elena Iodice (architetto e curatrice di percorsi e laboratori d’arte) e Elia Zardo (fondatrice de La scuola del fare con Roberto Pittarello e Premio Andersen nel 2016 come Protagonista della cultura per l’infanzia) discuteranno di libri e arte, laboratori e progetti creativi in un incontro aperto a tutti giovedì 8 ottobre (ore 18,30-19,30 – Pagina Facebook Scioglilibro) per cercare di rispondere alla domanda: come costruire la relazione educativa attraverso progetti che partano dai libri e dall’arte e valorizzino l’originalità di ciascun bambino?

L’appuntamento online sarà preludio a un corso – Tra libri e arte, laboratori e progetti con bambini e ragazzi, strutturato in tre appuntamenti su Zoom (giovedì 15 ottobre, 22 ottobre, 29 ottobre) – e parte di un percorso più ampio “I libri – chi li ama e li fa amare” organizzato dall’associazione Scioglilibro. Il prossimo ciclo di incontri formativi sarà Codice Rodari – La cultura figurativa di Gianni Rodari a cura di Alessandro Sanna e Walter Fochesato (5-26 novembre); il primo appuntamento Avvicinandoci a Gianni Rodari in punta di piedi sarà aperto a tutti e si terrà giovedì 5 novembre alle 18.30 con una diretta sulla Pagina Facebook Scioglilibro. Ultimo percorso sarà dedicato ai percorsi multimediali con Emanuela Bussolati ed Elisabetta Garilli (25 novembre-16 dicembre).

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Abbiamo rivolto alcune domande alle docenti del corso Libri e Arte, Elena Iodice ed Elia Zardo, partendo da un consiglio bibliografico: tre libri da leggere o sfogliare in preparazione al corso.

Elena Iodice: Mi vengono in mente tre titoli molto diversi. Il primo, Museo come territorio di Esperienza di Cristina Francucci (MamBo edizioni+Corraini) è una riflessione sul rapporto tra museo e comunità, come recita la quarta di copertina, a partire dalle esperienze del Dipartimento educativo del MamBo. È un saggio che mi ha aperto molti orizzonti sulle possibilità che offre quel saltare dentro il quadro, quello sbirciare la vita di artisti che si sono fatti, spesso, le nostre stesse domande.

Il secondo è un albo fresco di stampa, Esplora l’Arte moderna di Alice Harman con le illustrazioni di Serge Bloch per Ippocampo+Centre Pompidou. Qui il concetto di opera d’arte come varco verso un altrove è particolarmente evidente: le riproduzioni delle opere sono accompagnate da brevi ma molto ben documentati cenni alle vite dei vari artisti. E rimbalzando da una pagina all’altra si scopre che, forse, l’Arte non è poi una cosa così noiosa.

Infine, non posso non consigliare Il campanellino d’argento in cui Gioia Marchegiani per Topipittori ha dato forma all’omonimo racconto di Maria Lai, l’artista che probabilmente sento più vicina. È un libro capace, in modo silenzioso, di far toccare l’infinito così cocciutamente ricercato dall’artista sarda e, in fondo, anche da me.

Elia Zardo: Partirei dalle origini del mio percorso personale e professionale e inviterei quindi a conoscere questo libro Cominciare dal bambino. Scritti didattici, pedagogici e teorici di Mario Lodi (Piccola Biblioteca Einaudi, 1977). E dico già che si può trovare in Biblioteca o usato, ma vale la pena di leggerlo per capire la sua proposta pedagogica. Del maestro Mario, peraltro si possono leggere e trovare in commercio la maggior parte dei libri che ha scritto e che sono stati scritti sulla sua esperienza pedagogica e didattica. Riferimenti utili sono la Casa delle Arti e del Gioco-Mario Lodi con il sito www.casadelleartiedelgioco.it e poi www.nellascuoladimariolodi.it con le proposte di formazione che insieme a Cosetta Lodi proponiamo.

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Il secondo entra nel vivo del discorso: I laboratori tattili a cura di Bruno Munari, Giocare con l’Arte, quaderni per l’educazione della comunicazione visiva (Zanichelli, 1985 – si può trovare ora nelle Edizioni Corraini). Scrive Munari nella introduzione:

“La conoscenza del mondo, per un bambino, è di tipo plurisensoriale. E tra tutti i sensi, il tatto è quello maggiormente usato, il tatto completa una sensazione visiva e auditiva, dà altre informazioni utili alla conoscenza di tutto ciò che ci circonda. (…) Tutti noi abbiamo avuto una educazione di tipo letterario e molte persone, anche insegnanti di varie scuola, cercano di spiegare agli alunni, a parole, dei fatti visivi o tattili, invece di dare la possibilità di provare personalmente e scoprire una informazione attraverso il tatto.”

Il terzo infine è Il mio primo laboratorio creativo di Roberto Pittarello (La Scuola del Fare, 2009). Come cita l’aletta di copertina “il libro raccoglie spunti, idee e interi percorsi laboratoriali ordinati metodologicamente dal tatto al segno, alla pittura, alla forma, alla superficie. Le attività supportano i linguaggi con il valore della scoperta. C’è un invito a fare, a fare con poco, per realizzare un segno con grande qualità. Un laboratorio è creativo quando propone le tecniche più giuste per il messaggio da realizzare. Tutti, adulti e bambini, sanno fare, provano e riprovano. Alla fine, si può fare quello che si vuole…” perché “Sapere come fare” è la premessa per sapere cosa fare.

Libri e arte: quale il punto di incontro? E in quali contesti educativi si incontrano?

E.I.: Ognuna delle passeggiate nei mondi dell’Arte in cui trascino i bambini e gli adulti che incontro parte da un libro. La mia valigia è sempre piena di libri, “è per quello che pesa tanto”, dicono i bambini. Possono essere albi dedicati ad uno specifico artista, una monografia, un racconto o semplicemente un testo che, un giorno, mi ha mostrato una direzione.
Considero il libro una sorta di porta, di varco capace di proiettarci in una dimensione altra in cui vengono a cadere le consuetudini, i gesti abituali. I bambini capiscono immediatamente che quello è il momento 0 di un’esperienza che si va a fare insieme. Li osservo mentre ascoltano i racconti di quelle vite apparentemente così lontane: gli occhi sgranati, il corpo proteso sui banchi, le bocche spesso aperte quasi a voler assorbire ogni parola. I libri sono i miei lacci attraverso cui catturare chi ascolta per trascinarli nelle Lande dell’arte.

E.Z: Riuscire a trasmettere a bambini e ragazzi la potenza comunicativa che l’oggetto libro possiede, e che è intrinsecamente connessa a ogni espressione artistica, credo sia compito di ogni contesto educativo. E la scuola è al primo posto. Per me, che ho fatto della scuola la mia altra casa con 20 anni di insegnamento e 25 anni di presenza costante con La Scuola del Fare, direi che è un dovere educativo imprescindibile.

Bernard Friot consiglia di praticare la poesia nel quotidiano. Può valere lo stesso per l’arte?

E.I.: Non credo esista differenza tra arte e poesia. Sono entrambe strade che l’uomo percorre per avvicinarsi al luogo dell’anima. Praticare la poesia è abitare poeticamente il mondo, come scrive Christian Bobin, ovvero “prendere coscienza dell’estrema fragilità di questa vita, il cui tessuto è ricchissimo, e che un niente può lacerare. Ciascuno dei nostri gesti, ciascuna delle nostre giornate, può, senza cercare lo straordinario, lo spettacolare, impedire al mondo di rotolare verso gli abissi”.

E.Z.: Condivido il consiglio di Friot, poesia del quotidiano e arte che possiamo alimentare con le proposte che mettiamo nelle mani, negli occhi, nelle orecchie e nelle parole dei bambini che frequentano quotidianamente gli adulti che se ne occupano. Famiglia e genitori, prima ancora della scuola, possono nutrire il bisogno di immaginario e di spiritualità che ci appartengono, arte e poesia stanno in queste due sfere.

Quali sono i sensi più importanti nell’incontro con il libro nella prima infanzia?

E.I.: Mi viene in mente un brano di un’intervista a Maria Lai in cui spiegava l’importanza di “ascoltare con gli occhi”. Ecco, nella mia esperienza sono gli occhi ad ascoltare ciò che l’opera d’arte racconta. Sotto ai segni di pennello, alla materia raggrumata, tra i fili o le pietre di un’opera d’arte c’è una voce che racconta una storia. E allora basta aprire gli occhi per ascoltare.

E.Z.: Proprio qualche settimana fa ho portato a Trieste nel Progetto Rime Bambine “La Poesia del Tatto”. Insieme a Marcella Basso abbiamo indagato quello che nell’incontro del 22 ottobre cercherò di proporre in un percorso ‘a distanza’ che si sviluppa tra tatto, parola, immagine e quindi anche tra poesia e arte. Sicuramente l’esperienza sinestetica che coinvolge il tatto insieme a tutti i sensi ci dona le prime metafore che i bambini, con la loro poesia spontanea sanno esprimere, se siamo capaci di condurli per mano a scoprire queste dimensioni.


Nell’incontro con il libro sono coinvolti tutti i sensi, come insegna Bruno Munari attraverso i ‘Prelibri’ e Pittarello con la sua proposta laboratoriale di costruzione del libro. La mia proposta di percorso formativo è allora di entrare nei libri non solo leggendoli con gli occhi, con la voce, ascoltando con le orecchie, ma dalla porta straordinaria del “diventare autori” producendo interamente il proprio libro con tutto quello che vorrà esprimere, dire, rappresentare, dalla copertina e fino all’ultima pagina.

L’incontro online, aperto a tutti, si terrà giovedì 8 ottobre alle 18.30. Per info e iscrizioni: [email protected]. Scopri il programma del corso Libri e Arte.

[Intervista a cura di Mara Pace]

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