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Dieci libri che hanno vinto la Newbery Medal

newbery andersenNewbery 1978: Bridge to Terabithia by Katherine Paterson (Crowell)

Un ponte per Terabithia – di Katherine Paterson – traduzione di Laura Cangemi, Milano, Mondadori, 2007, 216 pagine pagine, 16 euro

Un ponte per Terabithia, che insieme a La grande Gilly Hopkins è il libro più conosciuto di Katherine Paterson, è stato per lungo tempo fuori catalogo in Italia. Due elementi hanno certamente contribuito al suo ritorno in libreria: l’assegnazione dell’Astrid Lindgren Memorial Award 2006 all’autrice e, soprattutto, l’uscita di un film Disney. Nel romanzo, vincitore della Newbery Medal nel 1978, si narra di un’amicizia speciale, e si intrecciano con equilibrio molte tematiche: il bullismo, il ruolo liberatorio dell’immaginazione, i rapporti interni alla famiglia e tra differenti classi sociali, l’esistenza di Dio e, infine, la perdita e la morte.

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Leslie, dieci anni, figlia di due scrittori che hanno deciso di abbandonare la città, si trasferisce vicino a Jess, che vive in una famiglia modesta, ha quattro sorelle e tutti i giorni deve dare una mano a mungere la mucca; un ragazzino che ama disegnare e che non è ben visto dai compagni di classe. Anche la nuova arrivata è subito bollata come “diversa”, e i due diventano amici.

Leslie è un’appassionata lettrice – tra i suoi libri preferiti ci sono Le Cronache di Narnia – e convince Jess a entrare nel bosco per cercare un posto tutto per loro, dove fondare il regno di Terabithia. Il fantastico, in questo romanzo, resta confinato nello spazio del gioco, e i due protagonisti, pur immaginando di avere a che fare con spiriti maligni e giganti, restano sempre consapevoli che “il vero gigante, nella loro vita, era Janice Avery”, una compagna di scuola prepotente, che ruba le merendine e tiranneggia i bambini più piccoli. Il ruolo che il fantastico riveste nella storia è rispettato anche all’interno del film (un buon film per ragazzi, nonostante la storia sia semplificata ed edulcorata in certi passaggi) che ricorre agli effetti speciali solo per mostrare come le piante e i cespugli possano trasformarsi in mostri e creature fatate agli occhi dei due giovani protagonisti.

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Gli sceneggiatori cinematografici hanno inoltre preferito attualizzare la storia, ambientandola nel presente: un intervento poco invasivo e che si limita ad alcuni dettagli, ma che in fondo non era per nulla necessario. La storia di Jess e Leslie, pur essendo stata scritta trent’anni fa, non ha perso la sua forza ed è ancora attuale, come sanno esserlo soltanto i classici. Il dolore di Jess per la morte accidentale di Leslie nel bosco è raccontato in tutte le sue contraddizioni: Jess è diviso tra il senso di colpa e la sensazione di essere stato tradito, ma poi trova la forza per affrontare il dolore e tornare a Terabithia. Mantenere in vita quel regno fantastico è il suo ultimo regalo per Leslie, che ha cambiato la sua vita insegnandogli a reagire e che lui ha scelto di non dimenticare. (mara pace)

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