Newbery Medal 1999: Holes by Louis Sachar (Frances Foster)
Louis Sachar – ill. di cop. di Lorenzo Mattotti – traduzione di Laura Cangemi, Buchi le deserto, Piemme, 1999, pp. 250, collana “Il battello a vapore” – serie Arancio Oro
Nei primi capitoli questa opera (straordinario romanzo, aggiungo subito) può sembrare soltanto la realistica rappresentazione delle delizie della giustizia made in U.S.A. e della bontà del privato: in questo caso un campo di correzione per adolescenti. Capo Lago Verde evoca nel nome qualche luogo ameno adattissimo a soggiorni scout. In effetti si tratta di una landa desolata e inospitale, dove da anni e anni non cade una goccia d’acqua (una sorta di biblica maledizione?), infestata da serpenti, scorpioni e soprattutto dalle mortali lucertole a macchie gialle. Qui finisce Stanley, un ragazzo accusato – peraltro ingiustamente – del furto di una paio di puzzolenti scarpe da ginnastica. Scarpe appartenenti però ad un celebre asso del basket e destinate alla beneficenza. I ragazzi del Campo Lago Verde devono scavare ogni giorno un buco profondo e largo un metro e mezzo. Questo è tutto. Ma si può aggiungere il senso di inutilità per ciò che viene fatto, l’atmosfera di violenza che vi regna.
Ed ecco che pur restando il libro sempre inumi saldo perimetro rilesse – la storia comincia a intrecciarsi con le vicende passate della famiglia di Stanley, con quel che c’era cento anni prima, quando Lago Verde era veramente un lago, una località abitata e fertile. E questi fili cominciano pian piano a riannodarsi in un crescendo drammatico, in una sfida impossibile con la fuga nel deserto prima di Zero e poi di Stanley.
C’è un bellissimo e trionfale lieto fine, una sorta di fiaba moderna con tutte le sue prove da superare, i suoi oggetti magici da esibire (in questo caso il salvifico potere delle cipolle), la scoperta di un tesoro, le agnizioni e i ricongiungimenti. La storia si giustifica con la Storia e con la Mitologia ancor fresca di un popolo giovane.
Sachar è senza dubbio un grande scrittore e questa sua capacità di parlarci delle brutture dell’oggi, trasformandole liricamente sotto i nostri occhi, mi fa pensare ad una loro autore che amo molto: Philip Ridley. “Buchi nel deserto” è un incantevole, fresco, originalissimo romanzo dai molti echi e insegnamenti. Canon perdere, come si suol dire.
(walter fochesato – ANDERSEN 156 – febbraio 2000)
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