2010: When You Reach Me by Rebecca Stead (Wendy Lamb Books, an imprint of Random House Children’s Books)
Rebecca Stead – traduzione di Flavio Santi – revisione di Anna Patrucco Becchi, Quando mi troverai, Milano, Feltrinelli Kids, 2010, pp. 192, euro 12
Benché il suo nome sia ancora poco noto ai più, Rebecca Stead si è già ritagliata una nicchia nella letteratura per ragazzi aggiudicandosi la Newbery Medal 2010 con questo affascinante e per molti versi anomalo romanzo, il secondo della sua carriera. New York 1979: Miranda ha 12 anni e vive con la madre single, ha un amico del cuore, Sal, e un libro preferito che non fa che rileggere: A Wrinkle in Time – Nelle pieghe del tempo – di Madeleine L’Engle (scritto nel 1962 e tradotto per i “Delfini” Bompiani nel 1994), un classico alla cui autrice si rende qui dichiaratamente omaggio. Impossibile riassumere in poche righe la trama di questo coinvolgente romanzo, che come ogni buona storia sfugge alle etichette.
Basti dire che su invito del misterioso autore dei criptici e premonitori messaggi trovati nascosti fra le sue cose, Miranda ricostruisce gli eventi degli ultimi mesi a partire da quando Sal, senza una ragione apparente, è stato picchiato da un compagno di scuola e la loro amicizia si è raffreddata. È così che nel ripercorrere con la memoria il passato la protagonista ci fa assaporare l’atmosfera newyorkese di fine anni Settanta e incontrare una serie di personaggi delineati con fine introspezione psicologica, tra i quali spiccano l’apparente nemico di Sal, Marcus, un ragazzino geniale appassionato di fisica quantistica ma con seri problemi d’interazione sociale, e lo strampalato barbone che vive accampato all’angolo del palazzo in cui abita Miranda.
Muovendosi fra il thriller onirico à la Donnie Darko, dove l’inquietudine si fa strada nei piccoli dettagli della quotidianità, e la storia di fantascienza vera e propria, utilizzando tutti i meccanismi del giallo e diventando, con un twist davvero inaspettato nel finale, perfino una sorta di riflessione esistenziale, questo romanzo cattura sin dalla prima pagina e induce al contempo a profonde riflessioni. Infatti questa è anzitutto una storia che parla del riuscire a vedere la realtà senza farsi influenzare dal pregiudizio o dall’abitudine e senza distorcerla per adeguarla alla nostra interiorità. Il che vale sia per i viaggi nel tempo, sia per i cambiamenti che avvengono nei nostri amici, che spesso ci sfuggono perché siamo noi a non volerli vedere. Solo quando siamo in grado di “alzare per un attimo il velo” e osservare il mondo per quello che è, ci arrivano però le ricompense più grandi.
(elizabeth clarke – ANDERSEN 275 – novembre 2010)
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