Newbery Medal 2015: The Crossover by Kwame Alexander (Houghton Mifflin Harcourt)
Kwame Alexander – trad. di Paolo Valentino, Crossover, Firenze, Giunti, 2017, pp. 252, euro 14,00.
Pensieri sparsi, parole vive, pezzi di storia che imitano i movimenti e ne simulano il ritmo: sono così i versi di cui è composto il romanzo di Kwame Alexander, una storia d’oggi, scandita da un testo che è tanto una poesia quanto una canzone. Josh è adolescente, ama il basket ed è l’astro nascente della squadra della sua scuola. D’altronde il canestro è cosa di famiglia: Josh gioca col fratello gemello Jordan, e il padre Chuck “Da Man” Bell, è stato per anni un campione in Europa. Le giornate dei ragazzi trascorrono tra scuola – la mamma è la preside e pretende grande dedizione allo studio – allenamenti e partite e tutto viene raccontato dalla voce di Josh, frutto di una scrittura fluida e avvolgente. In questa quotidianità ordinaria però, qualcosa si rompe tra i due fratelli, quando a mettersi in mezzo arriva Alexis, nuova studentessa, che ben presto diventa la ragazza di Jordan. Per Josh diventa difficile fare a meno del fratello, vederlo distratto, non averlo al suo fianco quando torna da scuola: è una forma di gelosia, la sua, che si manifesta poi nel modo più sbagliato, con un tiro scorretto durante una partita e le conseguenze del caso.
A questo si aggiunga la preoccupazione per il papà, che, pur essendosi sentito male più volte, non vuole vedere un dottore. Alexander è bravissimo a raccontare la situazione di confusione estrema dell’adolescenza, dove difficoltà più e meno gravi concorrono a rendere il pensiero ancora più annebbiato e impulsivo. Una confusione che assume però forma ordinata e concreta nella forma del verso libero e del calligramma, che, immediatamente, restituisce al lettore stati d’animo e immagin
Il ritmo, la musica, suonano sottotraccia e il testo può essere percepito da orecchie più allenate come un brano hip-hop: a venir fuori sono il cuore, l’energia e le emozioni dei personaggi, raccontati con profondità e ritratti con autentica empatia.
Una costruzione non semplice – e qui un plauso va fatto al traduttore, capace di un adattamento davvero efficace – che porta subito alla memoria altri romanzi in versi, come Amo quel cane (Mondadori) di Sharon Creech – costruito proprio sul calco di grandi componimenti poetici americani – e One (Feltrinelli) di Sarah Crossan, dove, curiosamente, tornava anche il rapporto tra sorelle gemelle. Il romanzo, uscito negli Stati Uniti nel 2014, ha vinto l’anno successivo la Newbery Medal.
(martina russo – ANDERSEN 348 – dicembre 2017)
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