Newbery Medal 2017: The Girl Who Drank the Moon by Kelly Barnhill (Algonquin Young Readers/Workman)
Kelly Barnhill – trad. di Alessia Fortunato, La bambina della luna e delle stelle, Novara, DeA Planeta Libri, 2017, pp. 416, euro 14,90.
Il sommo Anziano Gherland è un uomo tutto d’un pezzo, avido di potere e maniaco del controllo. Assieme agli altri membri del Consiglio del Protettorato, vigila affinché niente e nessuno sfugga alla propria disperata condizione e si crogiola nella statica rassegnazione e passiva riverenza dei suoi concittadini. È grazie a una fantomatica strega e a una terribile tradizione sacrificale che Gherland, e chi prima di lui, è riuscito a mantenere intatta l’immagine di facciata del Protettorato. Un luogo triste, in realtà, che ignora la vastità del mondo oltre la palude da un lato e la foresta dall’altro, un luogo ingrigito dalla sofferenza che rimpingua lo stomaco vorace della Mangia-Dolore. Ma questo meccanismo di terrore sarà destinato a fallire nel momento in cui la strega Xan incontrerà gli occhi della piccola Luna; l’antico mostro Glerk si ritroverà ad allevarla e Fyrian, il minuscolo drago “semplicemente gigantesco” piangerà per i suoi scherzi, mentre il falegname Antain troverà il coraggio di dire “no” e la Squilibrata rinchiusa nella torre volerà su uno stormo di uccelli di carta.
Scrivere un fantasy può essere un’arma a doppio taglio. È come camminare sull’orlo di un cratere correndo costantemente il rischio di caderci dentro. Non è difatti semplice trasformare la materia del reale in qualcosa di impossibile eppur credibile – perché è questo che fa la letteratura fantasy – senza scivolare nel banale, nel trito e ritrito, è un’aspirazione che mette a dura prova gli scrittori, anche quelli più esperti. Kelly Barnhill, statunitense, ex insegnante e scrittrice per vocazione, ci è riuscita con quello che il New York Times ha definito “il caso editoriale dell’anno”, La bambina della luna e delle stelle, vincitore della Newbery Medal, il premio internazionale più rinomato e ambito tra gli autori. Premio che quest’opera ha pienamente meritato con una storia a tratti familiare, è vero, ma al tempo stesso originale e inconsueta. Una struttura mnemonica (i titoli stessi invitano a sprofondare nel ricordo), che procede di capitolo in capitolo alternando il racconto del presente con ricordi e storie narrate ai bambini. Un ritmo serrato e un linguaggio ricercato e diretto, che indugia su vivide descrizioni permettendo al lettore di riprendere fiato per poi proseguire, sulle note di un incantesimo, nella lettura avvincente di questa storia di amore, riscatto, paura e tanta speranza.
(vania imbrogiano – ANDERSEN 348 – dicembre 2017)
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