L'ARTICOLO DEL MESE

Coltivar lettori di Carla Ghisalberti

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A seminar storie, a coltivar lettori: il mestiere di chi educa alla lettura

Che mestiere fai, tu?
Ah, ne faccio uno ben strano: metto insieme bambini e libri. A voler essere più precisi cerco di mettere in relazione l’editoria che io considero di qualità con bambini e ragazzi, diciamo dai 3 anni ai 13 anni.

A incendiar castelli…
Nel 1997, una volta alla settimana, riempivo uno zaino di libri alla Biblioteca Centrale Ragazzi di Roma e poi mi arrampicavo al Bambin Gesù, ospedale capitolino, mi mettevo delle babbucce azzurre sulle scarpe e un camice un po’ logoro ed entravo a oncologia pediatrica. Il mio obiettivo: con quelle storie, portarli tutti via di lì. Son venuti con me e Lavinia nel negozio del signor Marsupiali, con Babar siamo scappati dai colpi di fucile, con Danny abbiamo dormito in un carrozzone e con Medardo di Terralba abbiamo incendiato il castello…
Così è cominciato questo mio lungo cammino di mediatrice di letture, di lettrice pubblica.
Condividere un buon libro, una bella storia, guardare insieme e ragionare assieme su parole e immagini di un libro è un’esperienza che può toccare molto profondamente, a prescindere dall’età: io ho voluto farne un mestiere.

A bassa voce
Leggere con un bambino è un gesto di grande importanza. Se vogliamo farlo diventare una professione, dobbiamo avere chiaro che esso diventa un atto pedagogico, formativo, scevro da ogni improvvisazione e in cui la spinta emotiva è importante, ma non sufficiente.
Ed è per questo che sono convinta che per ‘coltivare lettori’ occorra innanzi tutto da parte del mediatore una lunga fase preparatoria, fatta di studio ‘matto e disperatissimo’, grande rigore e lunghe riflessioni sui libri.
Solo alla fine, si incendierà il castello…
Dunque: competenza nella materia, consapevolezza del proprio ruolo pedagogico, un metodo rigoroso, un buon immaginario, molta passione e un pizzico di seduzione. Questo mi è parso di aver imparato dai buoni maestri che ho avuto.
Guardare un libro al microscopio, analizzarlo con puntualità, studiarlo in ogni sua parte, saperne cogliere punti di forza e debolezze, il valore letterario o iconografico, saperne vedere la forza generatrice di altri mondi immaginari, farlo diventare il libro giusto per quel lettore è ciò che nel corso degli anni mi hanno insegnato a fare. Sono grata, tra gli altri, ad alcuni professori di Letteratura per l’infanzia, all’Associazione Hamelin, a Eros Miari per avermi indirizzato verso i libri ‘adatti’, a Flavia Manente, maestra insuperata di lettura condivisa con i più piccoli, ad Aidan Chambers per aver messo ‘a sistema’ una professione, quella del mediatore di letture, che va in molteplici direzioni, tra loro anche molto diverse.

Ad alta voce
Leggere tanto, tenersi aggiornati, saper scegliere, studiare è il lungo lavoro preliminare all’azione. Ragionare per settimane o mesi, per costruire un percorso di lettura che si esaurisce nell’arco di una dozzina di ore, passate assieme a bambini e ragazzi a parlar con loro di libri, può avere senso? Lo considero la norma.  
Leggere con i bambini o con i ragazzi è un’attività ‘salutare’, uno sport per l’anima, e per questo privilegio progetti che abbiano uno svolgimento prolungato nel tempo, come è bene che sia per un qualsiasi tipo di allenamento.

Ad alta voce, in aula.
Nelle scuole, prediligo progetti annuali come Alfabestiario, pensato per le scuole dell’infanzia su alfabeti e animali veri e immaginari, con cadenza settimanale per creare l’abitudine alla lettura e per andare incontro all’inestinguibile fame di storie che hanno i più piccoli.
Biblioteca Robusta è un percorso per avviare piccole biblioteche di classe: per ogni fascia di età, dalle elementari alle medie, propongo 25 libri indimenticabili. Prevede incontri mensili per dare il tempo necessario a bambini e ragazzi di  scegliere, leggere e ragionare sui libri che suggerisco. Altrimenti organizzo percorsi tematici, per esempio La grande avventura-Infanzie e guerra o Nessun luogo è lontano-In viaggio. Questi mi hanno offerto oppurtunità straordinarie di poter ragionare e discutere con i ragazzi delle medie di grande letteratura e di grandi temi; ma anche di poter verificare con loro che nei libri ci sono le trame della vita. In ultima analisi i libri possono rivelarsi mappe di orientamento. Credo possa tornar loro utile saperlo.

Ad alta voce, tra gli scaffali.
Con cadenza regolare e frequente si dovrebbe lavorare anche in altri luoghi importanti per il libro e la lettura: biblioteche e librerie. In alcune piccolissime librerie ho creato gruppi di giovani lettori, incontrandoli per leggere e discutere assieme libri sempre diversi, settimana dopo settimana. Altre librerie fanno della lettura condivisa un investimento sul futuro, per costruire i lettori di domani con frequenti laboratori di lettura. Lavoro da molti anni con una libraia ‘illuminata’ che crede molto in questo genere di attività e ogni sabato pomeriggio, tra gli scaffali, facciamo succedere qualcosa. A Roma, le biblioteche pubbliche soffrono, si sa. Tuttavia, le poche risorse a disposizione sono ben spese nell’ottima formazione di nuove legioni di mediatori di letture, e in alcune interessanti attività sui libri di qualità. La più recente e insolita alla quale ho partecipato è l’Apelettura.

Ad alta voce, altrove.
Festival, fiere, feste, manifestazioni, avvenimenti intorno al libro ce ne sono molti. Di questo tipo di oggetto culturale mi preoccupa un po’ il carattere episodico. Credo nella loro efficacia per tener viva l’attenzione sulla pratica virtuosa del leggere e come luogo privilegiato di scambio tra ‘addetti ai lavori’. Credo meno alla loro efficacia diretta sulla creazione di giovani lettori. Cosa succede quando si spengono i riflettori?
Ed è per questo motivo che, quando vengo chiamata ad agire in tali contesti, cerco sempre di creare un legame che si riveli il più duraturo possibile con chi viene a sentire leggere storie. Emblematica in tal senso è stata l’ultima esperienza fatta all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nell’ambito della Biennale Ragazzi: Letture candite-Storie con gusto. A ogni incontro, un tema e un sapore diversi: L’orso che non c’era ha primeggiato nella giornata dedicata a orsi e miele; La regina delle rane non può bagnarsi i piedi, in quella dedicata al sapore dell’anello. Ma parte questi libri più luminosi, ogni adulto è tornato a casa con il menu letterario del giorno per continuare a leggere buoni libri in famiglia. A riflettori spenti, rimane acceso per loro e per gli altri il blog Lettura candita.

La cassetta degli attrezzi
Ogni buon artigiano deve riempire la propria, attraverso la sapienza dei Maestri e con l’esperienza personale. Nella mia ci sono alcuni strumenti senza i quali tutto sarebbe stato più complicato: le riviste Andersen, Hamelin e Liber, i libri di maestri come Chambers, Faeti, Denti, Miari, Fochesato e, più di recente, i saggi nella collana Arti e lettere di Donzelli o quelli editi da Equilibri e da Carocci; diverse guide bibliografiche, diversi siti e blog stranieri, 7-Imp. e BrainPickings in testa, due o tre italiani; le fiere internazionali dell’editoria; la sensibilità di alcuni editori; una visita settimanale in libreria; una libraia amica.

[Questo articolo è apparso su Andersen 320, marzo 2015. Scopri il resto del numero qui]

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