Alla scoperta della miglior libreria per ragazzi e ragazze dell’anno: l’articolo scritto e illustrato da Serena Mabilia – dedicato alla libreria Centostorie di Roma, vincitrice nel 2023 del Premio Gianna e Roberto Denti, promosso da Andersen e AIE – è pubblicato su Andersen n.405 – settembre 2023. Sostieni la rivista Andersen e abbonati ora!
Una delle caratteristiche sostanziali che accomuna tutte le librerie indipendenti – e che al tempo stesso le rende diverse l’una dall’altra – è lo stretto legame con il territorio in cui sorgono. Ogni luogo presenta delle variabili che vanno considerate, così come ogni comunità che vi abita ha richieste ed esigenze peculiari.
Centostorie viene inaugurata a Centocelle nel 2007 grazie alla vincita di un bando del Comune di Roma per la promozione delle periferie. Antonella De Simone e Aurora Festa iniziano così la loro attività, con la speranza che il loro esempio possa ripetersi: desiderio presto realizzato con la strutturazione del corso di formazione “Aprire una libreria per bambini” che a oggi conta la nascita di una settantina di librerie. Negli anni, vari partecipanti hanno suggerito a Centostorie di dare il via a un franchising, proposta che le fondatrici considerano non adatta alla filosofia della libreria indipendente, sempre per il principio che l’influenza e la specificità del territorio sia irrinunciabile. Nel 2013 istituiscono Cleio, il circuito delle librerie indipendenti che condividono uguali valori, come l’alta qualità dei prodotti in vendita e la centralità del bambino e della sua crescita.
Sedici anni fa Centocelle era un quartiere di periferia sia dal punto di vista socioculturale sia abitativo, con scarsa disponibilità di mezzi pubblici. L’avvento della metro C, che attraversa la parte sud-orientale della città, ha dato il via alla cosiddetta gentrificazione che, con l’apertura di locali e spazi pubblici, ha progressivamente trasformato l’area urbana ripopolandola di giovani, famiglie, bambini.
È un quartiere con ampia varietà culturale e con una forte migrazione araba e musulmana, avendo qui sede la seconda moschea più importante di Roma. Ed è anche il quartiere che ha visto la libreria La Pecora Elettrica incendiata per ben due volte e infine chiudere. Come ogni zona periferica di una grande città anche Centocelle è complessa, stratificata, stimolante, contraddittoria.
Centostorie è piccola ma accogliente, lo spazio è flessibile e adattabile: ci sono scaffali gialli e verdi, mensole di legno, un’area caffetteria e una per l’allattamento con fasciatoio, una zona di lettura con tavolino, divano basso per bambini e poltrone per adulti. L’invito è quello di sostare liberamente, di leggere o di non leggere, di giocare, di chiacchierare – tutto è ammesso.
L’inclusione è il fattore che determina le scelte di Antonella e Aurora: inclusivi gli spazi fisici, ma anche i libri scelti e le attività proposte, riservando una particolare attenzione proprio verso i non lettori. Infatti, coinvolgere i lettori è semplice, la sfida è farlo con chi non lo è – ma potrebbe diventarlo. Ancora una volta, è il territorio a suggerire che direzione intraprendere e in questo caso è quella dell’accoglienza verso tutte e tutti, con l’intenzione di essere anche centro aggregativo. Da qui l’idea di garantire tutti i sabati pomeriggio una lettura gratuita per chiunque abbia voglia di ascoltare una storia.
Il martedì mattina invece viene proposto il Baby Matinée rivolto ai bambini fino ai 36 mesi che non vanno all’asilo nido, ma comunque hanno bisogno di giocare e socializzare, e alle mamme, con l’intento di dare loro la possibilità di uno scambio di esperienze e una rete di supporto.
Agli appuntamenti settimanali si aggiungono eventi di alto profilo, come gli incontri con autori dall’Italia e dall’estero; uno degli ultimi ha ospitato Jean-François Sénéchal in tour con la sua Trilogia della semplicità.
Centostorie è specializzata nel target 0-10, ciò non esclude la collaborazione con alcune scuole medie o il costante aggiornamento sulla letteratura young adults. I 70 mq sono pieni di libri per l’infanzia, provenienti soprattutto da una piccola e media editoria italiana, con uno sguardo attento verso l’inclusione, data da una specifica modalità di scrittura, di tematiche trattate, di font usato – cioè ad alta leggibilità. Impossibile non citare quindi Uovonero, Beisler, Erickson, Sinnos, per la quale Antonella, con laurea in Scienze della Comunicazione e master in Comunicazione Pubblica, è stata responsabile commerciale per una decina di anni.
Soprattutto per la fascia 0-5 non possono mancare gli albi di Terre di Mezzo, Babalibri, Lapis. Essendo lo spazio limitato, la selezione deve essere accuratissima: questo garantisce anche un’ottima preparazione e consulenza ai clienti, che raramente entrano da Centostorie con un titolo, quanto piuttosto chiedendo: “Vorrei un libro che parli di…” oppure “Cerco un libro per un bambino che…”.
Ascoltando e parlando con i propri clienti, le libraie hanno introdotto l’offerta di giocattoli. Bisogni ed esigenze dell’interlocutore si incontrano con la ricettività, consapevolezza e sensibilità di Antonella e Aurora, che hanno selezionato solo giochi intelligenti: i marchi sono Janod, Moulin Roty, Djeco, Pepotes.
Lo stesso è successo con la richiesta delle feste di compleanno in libreria: il presupposto è quello di non dire mai di no a priori, ma valutare, accogliere e formulare una soluzione appropriata e allineata a Centostorie. Così, al soffio sulle candeline, si abbina una lettura animata.
Il mestiere del libraio, riflette Antonella, viene contemporaneamente sottovalutato e sopravvalutato: da una parte è vero che la libreria non è un negozio come gli altri e che l’oggetto che vi si trova in vendita è un prodotto speciale che supera la propria materialità – ciò va sempre sottolineato; dall’altra però non significa che con queste prerogative sia esente da problematiche comuni: l’affitto da pagare, i conti da gestire, lo stipendio per mantenere se stessi e le proprie famiglie.
Diventare libraie per bambini è molto diverso dall’esserlo genericamente, è un lavoro che richiede di amare un pubblico che non può acquistare né ha la libertà di entrare in libreria quando vuole; che è fragile, ma al tempo stesso fortissimo perché il potere dell’infanzia è rivoluzionario.
Infine, concludiamo con un rituale, ovvero la risposta delle libraie alla domanda: “Dove andare una volta usciti dalla libreria?”. Innanzitutto consigliano di visitare il centro sociale Forte Prenestino, occupato e autogestito dal 1986, affine a Centostorie per la volontà di essere luogo di socialità e di organizzazione collettiva del tempo, di scambio di idee, visioni, energie, saperi. E poi di fare un salto Dal Veneziano, per cicchetti e aperitivi in compagnia!