Dal nostro archivio, un articolo di Anselmo Roveda pubblicato sul numero 348 – dicembre 2017.
L’ampia scrivania rettangolare della stanza nella sala stampa della Fiera di Bologna, il minuto tavolino circolare del bar del Salone di Montreuil; questi i luoghi dei miei appuntamenti annuali con Carla Poesio, possibilmente prima che si aprissero le danze delle due kermesse dell’editoria ragazzi. A lei, decana poliglotta, recavo visita – io così come una nutrita compagnia, prima e dopo di me, di giornalisti, critici e appassionati – per uno scambio sulle novità, per sapere cosa non perdersi.
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La memoria storica di Poesio, attiva nel settore editoria ragazzi prima che un settore italiano nascesse per davvero, si accompagnava, infatti, ad uno sguardo informato e attento al presente del panorama internazionale dell’illustrazione e della letteratura per l’infanzia. Prodiga di consigli con tutti, schietta e diretta nel suo eloquio toscano, analizzava ora con dilungata profondità critica ora con efficace battuta sintetica tanto la novità fresca di stampa quanto la riprososizione o reinterpretazione di un classico. L’occhio a scintillare, i fasci di giornali e riviste, le pile di volumi provenienti da ogni angolo del mondo, in una babele di lingue, lei a condurre le conversazioni. La dimensione internazionale dello sguardo, la molteplicità delle lingue e dei linguaggi narrativi vissuti come opportunità, un fiero ancoraggio al patrimonio culturale e letterario italiano così come l’apertura curiosa alle culture – sia tradizionali sia editoriali – degli altri (e non a caso tra le sue opere per l’infanzia trovano posto volumi dedicati alle maschere nostrane e alle fiabe di tutti) sono state cifre del rilievo che Carla Poesio ha rivestito in seno al mondo della letteratura per l’infanzia.
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Del resto sono le cifre del suo percorso; lei, giovane insegnante comandata al Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione di Firenze (quello che è oggi INDIRE), si trovò in virtù delle sue competenze e curiosità, linguistiche e letterarie, e in ragione del suo impegno nella redazione di “Schedario”, prima rivista italiana ad occuparsi di libri per ragazzi, ad accompagnare alla Fiera di Francoforte il gruppo che di lì a breve avrebbe dato vita alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna. Correva l’anno 1963. La delegazione italiana, constatata la marginale presenza del libro per ragazzi nell’ampia rassegna della Buchmesse, tempo qualche mese mise in piedi l’appuntamento di Bologna. La prima edizione, nel Palazzo Re Enzo, si svolse dal 4 al 12 aprile 1964. L’inizio di un’avventura che oggi tutti ben conosciamo nella sua portata e rilevanza. Carla Poesio la vide nascere, la favorì e l’accompagnò, e non solo in quel seminale periodo iniziale che ha ripercorso nel contributo ospitato nel volume Bologna – cinquant’anni di libri per ragazzi da tutto il mondo (a cura di Giorgia Grilli; BUP Bononia University Press, Bologna 2013). Per oltre cinquanta anni Carla Poesio ne è stata una protagonista, accogliendo e consigliando il grande editore internazionale così come il giovane autore esordiente.