INIZIATIVE

Cambia-menti: visioni in quarantena

Fotogramma dal film Quando hai 17 anni di André Techiné

Questi consigli di visione cinematografica, dove i protagonisti sono gli adolescenti, nascono da un confronto tra Sandro Natalini, illustratore e docente, e Carlo Confalonieri, critico cinematografico e regista teatrale. Per sostenere la rivista Andersen, abbonati ora!

Sogni, speranze, conflitti. Esperienze intense di una rivoluzione interiore che approda a una propria identità in un involucro, quello del corpo, mutevole e in trasformazione. Protagonisti sono gli adolescenti, spesso difficilmente compresi da noi adulti, genitori e insegnanti, che facciamo fatica a strutturarci e a cambiare il nostro punto di vista rispetto alle loro prospettive. Vi proponiamo dieci film dell’ultimo decennio da guardare e consigliare, dieci storie che lasciano il segno incorniciate da una sperimentazione del linguaggio filmico che ci fa riflettere sull’interdipendenza fra parole e immagini. Per ora accontentiamoci di vederli, comodamente, dal salotto di casa. Ricordiamoci, però, che nessun home theater potrà mai sostituire la sala cinematografica, che, sola, riesce a calamitarci dentro la storie per poter vivere le vite degli altri… E non è affatto poco perché non si vive di solo calcio, se è vero che Italo Calvino affermava:

Già sapevo in precedenza quale film davano in ogni sala, ma il mio occhio cercava i cartelloni piazzati da una parte, dove s’annunciava il film del prossimo programma, perché era là la sorpresa, la promessa, l’aspettativa che mi avrebbe accompagnato nei giorni seguenti.

Non priviamoci, allora, di quella sorpresa, di quella promessa, di quella aspettativa.

 

Mommy (2014) di Xavier Dolan

Dopo J’ai tué ma mère, altro match con la figura materna, figura centrale nel cinema di Dolan. Gli interni domestici scorticati, come in John Cassavetes, trasudano tensioni, possibilità, impossibilità, a partire dalla duplicazione della madre folle, attraverso la vicina pacata. Con perfette, calibrate sperimentazioni.

 

Quando hai 17 anni (2016) di André Techiné

Due adolescenti al liceo, che passando dal rifiuto arrivano all’accettazione di sé, della propria (omo)sessualità, dell’altro. Vi ritroviamo la lotta omoerotica di Donne in amore, le schermaglie di Maurice, i silenzi di I segreti di Brokeback Mountain. Techiné, maestro di sottigliezze, illumina la sceneggiatura di Céline Sciamma di complessità visive e testuali.

 

White god-sinfonia per Hagen (2014) di Kornél Mundruczó

A causa di una tassa sui meticci, la tredicenne Lili è costretta a separarsi dall’amato Hagen, che finirà nei combattimenti, poi al canile per essere soppresso. Ma, in una potentissima sequenza visionaria, fuggirà a capo di centinaia di cani inferociti per le vie di Budapest. Un film che, come Gli uccelli di Alfred Hitchcock, diventa metafora della rivolta delle vittime di soprusi. Lili, con la musica di Listz e del cuore, riporterà la pace.

 

Little sister (2015) di Kore-Eda Hirozaku

Suzu, la sorellina del titolo, è accolta dalle tre sorelle più grandi per parte di padre nella casa marina di Kamakura. Spostamenti progressivi di stati d’animo, piccoli eventi colti in un microcosmo femminile disegnano con la delicatezza dei fiori di ciliegio l’evoluzione invisibile della vita. Il maestro Kore-Eda Hirokazu prosegue il viaggio in un Giappone di sentimenti nel segno del grande Ozu. Un meraviglioso film haiku. 

 

Se la strada potesse parlare (2018) di Barry Jenkins

Bellezza visiva contrapposta alle lacerazioni del tessuto sociale afroamericano nella Harlem anni ’70. Dall’omonimo romanzo di James Baldwin e immerso nella tavolozza cromatica caldissima di James Laxton, Se la strada potesse parlare è un inno della giovinezza. La rabbia prende una forma intima malinconica in una storia di ingiustizia, che spezza le vite di un ragazzo e una ragazza di colore innamorati.

 

Il vizio della speranza (2018) di Edoardo De Angelis

Nell’immondizia di Castelvolturno, dove traghetta le prostitute nigeriane incinta per il traffico dei neonati, Maria si troverà a difendere una giovane in fuga e la sua stessa gravidanza, che giunge del tutto inattesa per via delle violenze subite nell’infanzia. Un film pieno di calore, di mani che si sfiorano, di luci anche al neon che rivisitano Robert Bresson e Rainer Werner Fassbinder.

 

Girl (2018) di Lukas Dhont

Corpo e anima: la loro compenetrazione è armonia, il loro conflitto dolore e fatica. Lo sa bene Victor, che a 15 anni si prepara a diventare Lara, con una transizione sessuale e ormonale fortemente voluta. Ma non solo, vuole essere un’Etoile della danza classica, la più ardua delle discipline imposte al corpo femminile. Ma Lara, che danza soffre combatte, è disposta al martirio. 

 

L’ultima ora (2018) di Sébastien Marnier

Fra Il villaggio dei dannati e Melancholia, L’ultima ora fotografa la distopia del nostro vivere. Un insegnante di liceo per superdotati apre la finestra di un’aula e si butta. Sarà il supplente a scoprire il nichilismo autodistruttivo di sei alunni, gelidi di fronte alla consapevolezza di un mondo ormai alla fine. Un cinema che passa attraverso i generi, sfiora il cinema d’autore ma ne prende le distanze creando un oggetto cult con riferimenti pop.

 

L’età giovanile (2019) Jean-Pierre e Luc Dardenne

L’adolescente Ahmed viene radicalizzato all’estremismo: un percorso narrato dai registi attraverso la de-costruzione psichica del loro personaggio, privo di qualsiasi empatia. L’età giovanile è l’ultimo tassello del mosaico sulla giovinezza firmato dai due maestri del cinema belga.

 

Charley Thompson (2017) di Andrew Haigh

Struggente on the road dagli echi antoniani. Charley, un ragazzo che ha perso tutto, affronta un viaggio di formazione attraverso il paesaggio degli Stati Uniti. Tra Portland e il Wyoming, emerge così la mappa di un western interiore, in compagnia di un cavallo con cui il ragazzo si confida e che rappresenta la sua forza spirituale, necessaria per arrivare a destinazione. 

 

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