Una delle prime rappresentazioni iconografiche del Babbo Natale come lo conosciamo oggi, la dobbiamo a Thomas Nast (1840-1902), che ideò questo personaggio nel 1862 per il periodico americano Harper’s Weekly (immagine in alto a destra). Questa parte della storia, però, è già nota. Quello che non tutti ricordano è che Thomas Nast, pochi anni prima di contribuire alla moderna immagine di Babbo Natale, militò accanto a Garibaldi nell’impresa dei Mille.
LA STORIA DI THOMAS NAST
Ne scriveva Gualtiero Schiaffino (1943-2007), fondatore della nostra rivista, dieci anni fa:
Il nome Thomas Nast (1840-1902) potrà non dire molto ai più. Eppure fu il più noto illustratore e caricaturista americano dell’Ottocento: non solo inventò gli attuali simboli dei partiti americani – l’elefante per i repubblicani e l’asino per i democratici – ma anche il Babbo Natale grasso e barbuto che conosciamo ancor oggi. Nel 1860, giovanissimo, si unì ai garibaldini in Sicilia e li seguì fino a Napoli, un rotondo Sancho Panza insieme ad un donchisciottesco garibaldino inglese, il capitano Peard. Disegnò tutta la campagna per l’Illustrated London News; ristampati negli Usa i suoi disegni lo resero popolare e con lui Garibaldi. Lontani da tutte le complicazioni della politica italiana gli americani videro solo un eroe popolare e solitario che lottava per una causa ovvia e giusta e pochi anni dopo fu facile per Nast identificare Garibaldi con il generale Ulysses Grant. Nast tornò a New York in tempo per riportare la guerra civile fra Nord e Sud e diventare in seguito una forza non da poco nella politica americana. Nel 1882 commemorò in grande stile la morte di Garibaldi.
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DA BABBO NATALE AL GARIBABBO
Il catalogo dove apparse questo contributo fu pubblicato in occasione del bicentenario garibaldino, per una mostra a Camogli: “I Mille volti di Garibaldi nelle caricature di ieri e di oggi”. Tra i tributi al generale spicca, a colori, anche la vignetta realizzata a quattro mani da Bucchi e Skiaffino: il Garibabbo.
La mostra, in una città di forte tradizione garibaldina, avendo dato i natali a Simone Schiaffino, alfiere dei Mille, caduto a Calatafimi, riuniva molti nomi per omaggiare l’eroe dell’Unità d’Italia, certo, ma anche, soprattutto, per celebrare l’amicizia e la stima che li legava a Skiaffino (firma con la quale Gualtiero siglava i suoi interventi satirici e di grafica umoristica): Bruno Bozzetto, Franco Bruna, Massimo Bucchi, Cemak, Lido Contemori, Simone Frasca, Alberto Rebori, Cesare Reggiani, Guido Scarabottolo, Sergio Staino e tanti altri.
RICORDANDO GUALTIERO SCHIAFFINO
È il nostro modo di ricordare, in questo giorno speciale e di festa, Gualtiero Schiaffino, fondatore (insieme a Ferruccio Giromini) e a lungo editore e direttore della rivista Andersen, scomparso proprio dieci anni fa nel giorno di Natale, mentre quella mostra stava per inaugurarsi a Camogli.
Un ricordo di Gualtiero Schiaffino lo trovate nell’editoriale della figlia Barbara, oggi direttrice di Andersen, sul numero (348) di dicembre 2017, a cui si aggiunge anche il ritratto di Skiaffino firmato da Sergio Staino. Un ricordo che ha trovato declinazione anche nel Premio Skiaffino promosso dal Comune di Camogli con la direzione artistica di Barbara Schiaffino e Ferruccio Giromini.
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