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Fammi una domanda! di Antje Damm – trad. di Francesca Pamina Ros, Il Leone Verde
Per la capacità di interrogare con profondità e leggerezza l’infanzia, e con essa gli adulti, garantendo massima libertà d’interpretazione, immaginazione ed espressione. Per il delicato e intenso affastellarsi delle questioni, dalle più minute a quelle universali; per l’originale commistione tra segno e fotografia.
La recensione di Mara Pace su Andersen n. 404 (luglio-agosto 2023):
Dopo un’assenza troppo lunga, torna finalmente sugli scaffali un libro indispensabile: Fammi una domanda! di Antje Damm, pubblicato per la prima volta in Italia da Nuove Edizioni Romane nel 2005 (a tre anni dall’edizione originale) e oggi ri-tradotto da Francesca Pamina Ros per Il leone verde piccoli, è un libro che nasce per creare incontro e dialogo. Non ci sono storie, né risposte: solo punti interrogativi rivolti al lettore, sollecitato dalle domande scritte ma anche da fotografie e illustrazioni. Leggere insieme diventa così occasione per conoscere meglio se stessi e gli altri. Ma perché definisco questo titolo necessario? Perché accende il pensiero e utilizza l’immagine per facilitare la parola, perché è fatto per sedersi in cerchio, per imparare a parlare ma anche ad ascoltare, perché non ha un libretto di istruzioni ma l’uso è lasciato all’inventiva del lettore, che può adattarlo al contesto in cui si trova, a bisogni e desideri. E perché mescola con grande equilibrio domande filosofiche a interrogativi divertenti, non-necessari, irresistibili.
Fammi una domanda! non torna però tale e quale: si presenta decisamente cambiato (come nella nuova edizione tedesca), non tanto nello spirito quanto nella cura dei dettagli. E non si tratta solo di un aggiornamento grafico, con il passaggio dalla copertina rigida a quella morbida e il restyling di copertina, ma anche dei contenuti, sia nel testo che nelle fotografie e nelle illustrazioni. Anche la traduzione ha cercato di rispettare un’indicazione fondamentale giunta dall’autrice: niente domande chiuse, che prevedano un no o un sì come risposta. A volte basta sostituire una parola per consentire risposte più ampie e libere.
L’ordine degli interrogativi, che era stato modificato, torna quello dell’edizione originale. E le domande cambiano anche di numero: non sono più 108 ma 118. Accanto alla pelle bianca dei bambini, in immagini e fotografie, appaiono altre gradazioni per favorire una più ampia identificazione. Il disegno della creatura zebrata per la domanda “Quale animale ti piacerebbe essere?” lascia spazio a un’immagine più aperta, che sollecita l’immaginazione. Sul tema della morte il cimitero resta soggetto dell’immagine, che però si colora di fiori e di un gesto di cura. Tra le domande nuove citiamo: Con chi ti piacerebbe trascorrere più tempo? A cosa credi? Quando ti sei sentito molto in imbarazzo? E che cosa hai usato in modo diverso rispetto al solito? Domanda, quest’ultima, accompagnata da una fotografia dove il libro Fammi una domanda (prima edizione) viene utilizzato da un bambino come tetto in un gioco di costruzioni. Un libro-strumento, da tutti i punti di vista, che possiamo collocare sullo scaffale accanto alla collana “Wonder Ponder” (Logos) di filosofia illustrata, neovincitrice del Premio Andersen come Miglior progetto editoriale.
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