Giovedì 5 novembre – Il Premio Nobel per la letteratura 2023 è stato assegnato al norvegese, scrittore in Nynorsk, Jon Fosse (1959); un autore internazionalmente conosciuto per le sue opere, tradotte in oltre quaranta lingue e già insignito di numerosissimi premi letterari, nominato Cavaliere dell’Ordre national du Mérite francese e incluso da «The Daily Telegraph» nella sua lista dei 100 geni viventi, nonché assegnatario dal 2011 della residenza Grotten, dimora nel centro di Oslo (ma Fosse preferisce continuare a vivere nella regione di Bergen) che il re di Norvegia destina a personalità distintesi in ambito artistico e culturale dando lustro al paese.
Il Comitato del Premio Nobel ha così motivato l’assegnazione «per le sue opere teatrali e la prosa, innovative, che danno voce all’indicibile», sottolineando, come riportato da «Il Mattino» di Napoli, «la sua immensa opera scritta in norvegese Nynorsk e che abbraccia una varietà di generi è costituita da una vasta gamma di opere teatrali, romanzi, raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e traduzioni. Ben oggi sia uno dei drammaturghi più rappresentati al mondo, è diventato sempre più riconosciuto anche per la sua prosa». Per l’infanzia Jon Fosse ha scritto, tra il 1989 e il 2009, una decina di volumi: racconti, testi illustrati (in collaborazione con il pittore svedese Roj Friberg, con l’illustratore norvegese Alf-Kaare Berg, con l’autore d’origini turche Akin Düzakin) ma anche teatro, pure musicale, per bambini e ragazzi. Chissà se ora, grazie al Nobel, arriverà qualcosa della sua produzione per l’età evolutiva anche in italiano?