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Contemplare la bellezza, lasciarsi stupire dall’inatteso e dalla straordinaria varietà del mondo: tra i vincitori del Premio Andersen 2023, incontriamo prima di tutto libri che nutrono la meraviglia dei bambini, dei ragazzi, degli adulti che leggono insieme a loro. Ascoltiamo la voce di Margaret Wise Brown che, mentre racconta le fotografie di Ylla raccolte in Tutti lo hanno visto!, ci ricorda le infinite possibilità della vita; esploriamo un prato con il muso all’altezza dei funghi come il coniglio Edmond, seguendo il suggerimento che troviamo tra le pagine del Diario di un’esplorazione fuori dalla tana di Thierry Dedieu; e mentre siamo immersi nel romanzo La strada ti chiama di Francesca Bonafini, abbiamo la sensazione di appoggiare le mani su una corteccia rugosa insieme al giovane Oliver, fuggendo alla distrazione, per non perderci più nulla.
I LIBRI DELLA MERAVIGLIA, TRA SCIENZA E FILOSOFIA – Lo stupore di cui narrano questi libri non è un sentimento improvviso, non esplode come un fuoco d’artificio: è la meraviglia delle piccole cose, quella da cui sentiamo scaturire le grandi domande dell’esistenza. I bambini, come i filosofi dell’antichità, alzano gli occhi al cielo e si interrogano su cosa ci sia oltre l’orizzonte. Una domanda che si pone anche una lumaca tra le pagine di Diario di un’esplorazione fuori dalla tana (trad. Jacopo Norcini Pala, Franco Cosimo Panini) di Thierry Dedieu, Miglior libro fatto ad arte: un volume che richiama già nella forma l’idea di taccuino, con elastico e angoli stondati. All’interno ci sono fotografie, disegni e appunti del coniglio Edmond, che invita i lettori a farsi piccoli, ad andare più vicino, a riflettere sulle metamorfosi, la bellezza inaspettata, gli orizzonti e perfino la morte. Tutti lo hanno visto! (Orecchio Acerbo), Miglior libro 0-6 anni, è un titolo del 1944 oggi riproposto da Orecchio Acerbo con rinnovata veste grafica. Il progetto nasce dai ritratti fotografici di animali realizzati da Ylla e affidati dalla leggendaria editor Ursula Nordstrom a Margaret Wise Brown, perché li trasformasse in un libro per l’infanzia. Il risultato è un albo che accende e tiene viva la curiosità dei lettori per celebrare la meraviglia del mondo.
Uno sguardo filosofico attraversa anche le pagine del romanzo La strada ti chiama di Francesca Bonafini (Sinnos), Miglior libro oltre i 12 anni, ambientato nella Toronto degli anni Settanta: un romanzo a più voci che narra i giochi in strada, la musica e lo sport, le chiacchiere vuote degli adulti, i sogni e la sete di conoscenza. Uno dei quattro personaggi è molto bravo a hockey, ma la sua vera passione sono le piante e porta spesso con sé un manuale di botanica, perché davanti alla vertigine dei cambiamenti dell’adolescenza e del mondo sente che dare il nome giusto a ogni cosa, trovando la sua giusta collocazione, aiuti a recuperare un senso. Alla classificazione è dedicato anche il Miglior libro di divulgazione di quest’anno, Unico nel suo genere (trad. Sara Saorin, Camelozampa) di Neil Packer, il racconto di una passeggiata dove ogni piccolo evento dà vita a un nuovo raggruppamento: le grandi tavole su doppia pagina mostrano la molteplicità del mondo e ci portano a riflettere, per contrasto e conseguenza, sull’unicità degli individui.
ASCOLTARE IL MONDO – I libri si guardano, si leggono, ma a volte si possono anche ascoltare. Una doppia pagina di Unico nel suo genere è dedicata agli strumenti musicali, perché Arvo (il protagonista dell’albo) sta imparando a suonare violino e chitarra. Anche La strada ti chiama è liberamente ispirato all’infanzia e all’adolescenza del musicista Yves Abel, e la musica svolge un ruolo fondamentale nella narrazione, vibra tra le pagine nell’intensa scrittura dell’autrice. Tra i libri della collana “I gabbiani”, progetto di letteratura teatrale che vince il premio come Miglior Collana, ci imbattiamo in un altro musicista, Mozart, che nel titolo firmato dalla cubana Esther Suárez Durán diventa protagonista di una movimentata commedia sudamericana (Il mio amico Mozart, Edizioni Primavera). In Giuditta e l’orecchio del diavolo (Giunti), romanzo ambientato nell’Italia settentrionale del 1944, scritto da Francesco D’Adamo (Miglior scrittore dell’anno), incontriamo una bambina ebrea dagli “occhi grandi e vuoti”, che esplora il mondo con le mani e le orecchie, senza paura, e ascolta voci che arrivano da molto lontano. È invece per gioco che chiudono gli occhi Giulia e Pietro, protagonisti de L’incanto del buio (Orecchio Acerbo), albo scritto da Francesca Scotti e illustrato da Claudia Palmarucci, che vince quest’anno il premio come Miglior Illustratrice dell’anno. I due amici raccolgono alcuni oggetti, li spargono sul pavimento della cameretta, abbassano le tapparelle ed esplorano con le mani, intuendo che “sotto le dita l’universo prende forme differenti, può essere altro” e che questo vale anche per noi, quando immaginiamo il nostro futuro: dentro il buio, si nascondono tutti i sentieri della loro esistenza.
LEGGERE LE IMMAGINI – Possiamo esplorare la realtà con le mani, come Giulia e Pietro, ma anche ascoltare le immagini con le orecchie, come ci invita a fare Benjamin Gottwald nel Miglior libro senza parole, Sdeng bum splash! Il grande libro dei rumori (Terre di Mezzo): una raccolta di illustrazioni sonore che prendono vita grazie alla voce di chi legge, una sorta di spartito musicale per letture condivise, dove conta prima di tutto la gioia di stare insieme. Un libro che ci ricorda come il nostro sguardo, davanti alle immagini, non sia mai neutro, ma porti con sé il bagaglio dell’esperienza e lo slancio dell’immaginazione. Sul rapporto tra illustrazione e racconto riflette anche – nei suoi interventi critici, nelle opere tradotte e negli albi illustrati – Sergio Ruzzier, che riceve quest’anno il premio come Protagonista della Cultura per l’Infanzia: il suo anatroccolo, nell’albo Stupido libro! (Topipittori), si misura con la fatica del testo (senza figure) e scopre l’incanto delle storie. Wonder Ponder (Logos), premiato come Miglior progetto editoriale, propone libri di filosofia illustrata per tutte le età, ideati da Ellen Duthie, dove le immagini di Daniela Martagón diventano una palestra per esercitare lo sguardo e il pensiero critico, affrontando tematiche anche molto complesse: l’identità, la crudeltà, la libertà, l’immaginazione e il sogno.
LA REALTÀ E IL MONDO DEL LAVORO – Sul tema della libertà e del lavoro riflette anche, in chiave distopica, un albo illustrato come Il doppio (Kite) di Davide Calì e Claudia Palmarucci (Miglior illustratrice), dove il personaggio lotta contro la clonazione e l’annullamento dei propri spazi di vita privata. Il tema del lavoro – e più in specifico il lavoro dei bambini – è stato molto importante nel percorso autoriale di Francesco D’Adamo, il cui primo successo è stato proprio Iqbal (Edizioni EL), ispirato alla storia vera di un ragazzino pakistano diventato simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. L’autore, rivolgendosi a lettori più giovani, torna ad affrontare questa problematica ancora tristemente attuale in uno dei suoi ultimi romanzi, Awa libera tutti (ill. di Lorenzo Sangiò, Il Castoro), con l’aggiunta di una componente fantastica. Awa vive tra gli alberi nel Villaggio delle Libere Menti, dove arrivano bambini in cerca di rifugio per unirsi alla lotta in difesa degli oppressi, a partire dai minorenni che estraggono il cobalto per i cellulari.
CASE SUGLI ALBERI E GRANDI IMPRESE – Come in Awa libera tutti, troviamo una casa sugli alberi e una banda di amici anche nel Miglior fumetto di quest’anno, Caterina e i capellosi di Alessandro Tota, uscito per la prima volta in Francia nel 2014 e ora tradotto da Canicola. Un fumetto a misura dei lettori più giovani, ricco di azione, umorismo e invenzioni fantastiche. L’impresa di Caterina, bambina a piedi nudi, forte come Pippi Calzelunghe, sarà quella di salvare un amico. Ben diversa è la missione affidata al normalissimo bambino protagonista di Hodder e la fata di poche parole (trad. di Eva Valvo, Iperborea, Miglior libro 9/12 anni) di Bjarne Reuter: una misteriosa creatura fatata gli chiede infatti di salvare il mondo. Non sentendosi all’altezza del compito, Hodder decide di concentrarsi sulla minuscola isola di Guambilua, dando inizio a una narrazione in perfetto equilibrio tra la realtà quotidiana e una dimensione magica e fiabesca.
LETTI-SOTTOMARINI, VESTITI GIALLI E CARAMELLE MAGICHE – L’incontro con la fata avviene di notte, mentre il padre di Hodder è in strada ad appendere manifesti e il bambino è tutto solo a letto. Ambientazione, quella della cameretta, che ritroviamo in chiave fantastica nel catalogo in versi scritto da Sylvia Plath e illustrato da Quentin Blake: una vasta collezione di Letti-Veramente-Speciali, da quello per fare le capriole al distributore di spuntini notturni. A letto, bambini! e altre storie (a cura di Bianca Pitzorno, Mondadori), Miglior libro mai premiato, contiene altri due racconti della nota scrittrice americana, illustrati rispettivamente da Claudio Muñoz e da Rotraut Susanne Berner: nel primo gli elettrodomestici decidono di cambiare mestiere, mentre nella seconda incontriamo Max, bambino che desidera con tutto se stesso un vestito speciale, che possa andare bene in ogni occasione. Un desiderio tanto forte da tramutarsi in realtà. Servirà invece una piccola magia per dare voce al forte bisogno di amicizia del piccolo Dong-Dong, protagonista de Le caramelle magiche (trad. di Dalila Immacolata Bruno, Terre di Mezzo) della coreana Heena Baek, Miglior albo illustrato, con personaggi in miniatura realizzati a mano, ambientati, illuminati e fotografati ad arte.
DENTRO LE RELAZIONI – La magia delle caramelle di Heena Baek permette al bambino di ascoltare la voce degli oggetti o delle persone attorno a lui: una voce segreta, interiore, che uscendo allo scoperto permette di annullare le distanze e ricostruire i legami in un modo più autentico e sincero. All’interno di una cornice fantastica, non priva di ironia, troviamo così alcune delle relazioni più importanti del bambino: quella con i coetanei, ma anche con l’animale domestico, con il padre, con la nonna che non c’è più. Anche per Jole, protagonista dell’omonimo albo scritto da Silvia Vecchini e illustrato da Arianna Vairo (Topipittori), il legame con la nonna è molto importante. Tra lei e la nipote ci sono un orto condiviso, un paio di stivali, la strada tra casa e scuola, un’operazione in ospedale, la paura di perdersi, il bisogno di sentire che l’altro è al sicuro: un libro di domande “che scavano” e di legami profondi, di voci che scorrono in dimensioni parallele fino a ritrovarsi. In Tempo da lupi (Il Castoro), graphic novel di Andrea Fontana, Ste Tirasso e Francesco D’Adamo, tratta dall’omonimo romanzo di quest’ultimo, troviamo narrato il legame tra due fratelli e poi l’avventura che il più giovane, Giovanni, dovrà affrontare per superare la paura che sempre lo accompagna. Infine c’è l’insolita famiglia del diciassettenne Phil, voce narrante de Il centro del mondo di Andreas Steinhöfel, romanzo di formazione che inaugura “Oltre”, nuova collana de La Nuova Frontiera dedicata agli adolescenti: un libro sull’amore, la fragilità, le bugie e i segreti che ci dividono dagli altri.
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