L’articolo di Mara Pace è stato pubblicato accanto alla testimonianza della ballerina Virna Toppi per raccontare l’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030 su Andersen n. 387 – novembre 2021, un numero speciale che raccoglie approfondimenti a cura delle firme della rivista, contributi di esperti, testimonianze e suggestioni bibliografiche attorno agli obiettivi del programma d’azione sottoscritto da 193 Paesi delle Nazioni Unite. Sostieni Andersen: abbonati ora!
Affinché si raggiungano gli obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati dall’Agenda 2030 che, lo ricordiamo, è stata sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, non basta l’impegno di singoli Stati, né di componenti isolate della società: serve un’alleanza che coinvolga governi, settore privato e società civile, da non intendere in senso astratto, ma concreto, a partire dallo 0,7 per cento del prodotto interno lordo che i 17 Paesi più sviluppati dovrebbero destinare ai Paesi in via di sviluppo, nell’ottica di una sempre maggiore cooperazione tra Nord e Sud del mondo (un po’ come tra il Paese di Sopra e il Paese di Sotto dell’albo Sottosopra di Cristina Bellemo e Maddalena Gerli). Per ottenere i risultati auspicati, non basta la buona volontà: è necessaria una solida base finanziaria.
L’obiettivo 17 “Partnership per gli obiettivi” si declina in una serie di azioni per costruire una rete solida e globale, in grado di includere tutti, dando speranza alla completa realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030. Il nemico che abbiamo di fronte non è forse immediatamente identificabile come il grande pesce da cui cerca di fuggire Guizzino. Ma restano valide le parole del pesciolino nero di Leo Lionni: dobbiamo “nuotare vicini l’uno all’altro, ognuno al suo posto” afferma Guizzino (Babalibri) nelle ultime pagine di quest’albo illustrato del 1963, che potrebbe diventare simbolo dell’impegno collettivo attorno all’Agenda 2030, nonché occasione per raccontare in specifico l’obiettivo 17 anche ai più piccoli.
I traguardi da raggiungere sono suddivisi in cinque aree: gli aspetti finanziari, per mobilitare risorse economiche per i Paesi in via di sviluppo o meno sviluppati, e quelli commerciali, per promuovere un mercato universale, regolamentato, aperto, senza discriminazioni e multilaterale (molto utile, per spiegare concetti economici, è il volume A che cosa servono i soldi? di Pierdomenico Baccalario, Federico Taddia, Simona Paravani-Mellinghoff, Il Castoro); e poi la tecnologia, per ridurre il digital divide nel segno di un’innovazione sostenibile, anche nei Paesi meno industrializzati; e le forme di sostegno ai Paesi meno industrializzati per favorire lo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030; il tutto coordinato attraverso azioni coerenti dal punto di vista politico e istituzionale e attraverso programmi di collaborazione multilaterale.
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Nell’ambito dell’obiettivo 17 vengono inoltre chiamati in causa le università e i centri di ricerca, gli operatori dell’informazione e della cultura. L’editoria per ragazzi può dunque svolgere un ruolo importante, andando a costruire una sensibilità e consapevolezza diffusa delle emergenze evidenziate dall’Agenda 2030. Accanto al già citato Guizzino, ritroviamo un banco di pesci che fugge ai predatori nelle prime pagine di Insieme gli animali fanno squadra di Joanna Rzezak (trad. Benedetta Fabbri, Lapis), un titolo di divulgazione che ci ricorda come l’unione faccia la forza anche nel regno animale, dalle mandrie di gnu che sfidano i leoni agli stormi di oche che risparmiano le energie volando in gruppo. Anche gli esseri umani possono mettere insieme i propri talenti e le proprie energie, il coraggio e l’immaginazione per sopravvivere in situazioni di emergenza, come accade nel romanzo Meno male che il tempo era bello di Florence Thinard (trad. Sara Saorin, Camelozampa).
A frenare la partecipazione di tutti, però, c’è sempre il rischio di non riuscire a trovare un punto d’accordo (come capita in Città blu città gialla di Ljerka Rebrovic e Ivana Pipal, trad. Rita Della Rosa, Terre di Mezzo) o la facile tentazione di dare la colpa agli altri: meccanismo che comprendono molto bene anche i bambini più piccoli e che viene narrato in Non è colpa mia di Christian Voltz (trad. Marta Bono, Kalandraka), albo che riflette sul senso di responsabilità mettendo in scena una serie di eventi rocamboleschi. Invece di sprecare energie a stabilire di chi è la colpa, o a piantare bandierine per stabilire nuovi confini, possiamo però ascoltare il consiglio di Pesciolino, protagonista dell’albo illustrato di Angelo Mozzillo e Alice Piaggio (Pesciolino è stato il primo, Terre di Mezzo), che dopo aver difeso strenuamente il proprio angolo di mondo si rende conto ancora una volta che l’unione fa la forza. Ma non solo: regala anche un senso, la felicità e la bellezza dello stare insieme: “In fin dei conti, qui da solo… che cosa ci facevo?”
Altre suggestioni bibliografiche:
La conferenza degli animali di Erich Kästner (Piemme e Locomoctavia)
Libertà di Paul Éluard, ill. di Anouck Boisrobert e Louis Rigaud (Gallucci)
Noi siamo tempesta di Michela Murgia (Salani)
Il coraggio di essere responsabili di Domenico Barrilà, ill. di Emanuela Bussolati (Carthusia)
E se nessuno mi becca? di Bruce Weinstein, ill. di Tuono Pettinato (Il Castoro)
Ada decide di Anselmo Roveda e Valentina Volonté, ill. di Chiara Nocentini (Sinnos)
Nel mondo ci sono di Benoit Marchon, ill. di Robin (Giralangolo)
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