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Bella ciao. Il canto della Resistenza – illustrazioni di Lorena Canottiere, Einaudi Ragazzi
Per un’opera dal nitido valore civile che rivendica i valori della lotta di Liberazione. Per le splendide e materiche tavole dell’autrice che coniugano finezza e vigore, valenze metaforiche, senso del fiabesco. Per la sobria nota di Daniele Aristarco che mostra tutta l’attualità e la fortuna di questo canto di ribellione.
La recensione di Walter Fochesato su Andersen n. 379 (gennaio-febbraio 2021):
Per una curiosa coincidenza era appena uscito per Andersen (n. 377- novembre 2020) il mio articolo su Bella ciao ed ecco arrivare con le novità da Trieste questo bell’albo in gran formato dedicato, come ben sottolinea il sottotitolo, al canto per eccellenza della nostra lotta di Liberazione. In verità non è la prima volta che le poche parole del canto approdano in un picture book. Nei primi anni 2000 fu l’editore Gallucci a proporlo accompagnato dai limpidi e riassuntivi disegni a ligne claire di Paolo Cardoni. Ricordo che il libro piacque moltissimo a Roberto Denti. Completamente e felicemente diverso l’approccio seguito da Lorena Canottiere che al segno cordialmente narrativo ma al tempo stesso rarefatto di Cardoni “contrappone” immagini dalla marcata forza creativa e da un immaginario fortemente simbolico e metaforico. La Canottiere è una giovane artista della “provincia granda”, attiva sì nel campo dell’illustrazione ma nota soprattutto nel campo del fumetto (come dico sempre, se qualcuno vuole chiamarlo graphic novel non mi offendo). Basterà citare, edito da Coconino quattro anni or sono, Verdad, emozionante e complessa vicenda al femminile che si dipana negli anni della guerra civile in Spagna. Un lavoro che mostrava già una prepotente maturità compositiva. Il segno è pittoricamente ricco e si vale di una palette accesa e dai forti contrasti a cui si accompagna un andamento morbido, quasi vellutato dove l’uso prevalente dei rossi, degli arancioni, dei verdi, dei rosa e dei gialli si dispiega in un tripudio di nuances che donano alla narrazione un personalissimo fascino. Un fascino che vive di accenni, di silenzi, di attese, di emozioni che amplificano e rendono ancor più potente e limpido il messaggio del canto. Per più versi mi par proprio di ritrovare nelle tavole dell’autrice quel versante fiabesco a cui accennavo nel mio contributo. Ed è la stessa aria, buona e fresca, che colgo nelle brevi parole in postfazione di Daniele Aristarco. Che scrive fra l’altro: “Questa è la storia di un’antica magia. Se vuoi, puoi avverarla anche tu. Per farlo non dovrai recitare una formula bizzarra dal significato oscuro. Ti basterà cantare […] Bella ciao è l’inno di chi conosce e ama la storia della Resistenza e continua a condividere quell’idea di ribellione”. Aggiungerò che, da maestro, l’ho sempre fatta cantare ai miei bambini e uno dei ricordi più belli fu quando, andato in pensione, un gruppo di mie alunne mi mandarono una sorta di “dedica”: per chi gli aveva insegnato Bella ciao e… a ragionare con la propria testa.
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