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Senza una buona ragione di Benedetta Bonfiglioli, Pelledoca
Per una scrittura ficcante e tagliente, che nulla tace nel raccontare una vicenda dolorosa ma vera, in cui dinamiche e conseguenze del bullismo vanno a incidere sul percorso di autodeterminazione di una adolescente. Per la capacità di evitare didascalismi, mantenendo lucida aderenza alla realtà nel raccontare le difficoltà del crescere e di intessere relazioni, anche e soprattutto in un contesto crudele. Per un romanzo che non lascia nulla al caso e tiene col fiato sospeso, riuscendo a sorprendere il lettore di fronte all’insensatezza di alcune azioni.
La recensione di Mara Pace su Andersen n. 381 (aprile 2021):
Non si può dire tutto, di questo romanzo, per non modificare l’esperienza di lettura di chi lo prenderà in mano dopo aver letto la recensione. ma già da questo si può intuire come il libro abbia la capacità di catturare il lettore, metterlo al centro delle vicende, sorprenderlo e scuoterlo. Benedetta Bonfiglioli ha esordito nel 2012 con Pink lady (San Paolo), a cui hanno fatto seguito altri quattro romanzi, uno scritto a quattro mani con luigi ballerini. l’ultimo titolo pubblicato è In attesa di un sole (Mondadori), che avevo recensito su Andersen n.345, un racconto di formazione ispirato alla biografia di Emily Dickinson. A distanza di oltre tre anni arriva senza una buona ragione, pubblicato da Pelledoca, un romanzo che si impone subito all’attenzione di chi legge per le soluzioni narrative adottate, per come racconta il bullismo senza trasformarlo nel tema del romanzo, per l’indagine su adolescenza, identità e relazioni, condotta con una scrittura magistrale, dove nulla avviene per caso. l’uso della seconda persona singolare per raccontare il mondo di Bianca – alternato alla terza persona e a frammenti di diario della sua aguzzina – pone il lettore dentro la storia, lo costringe a mettersi nei panni di bianca, 17 anni, che vede la sua vita e le sue sicurezze sgretolarsi a poco a poco, partendo dagli spazi domestici (il fratello con il quale ha sempre condiviso tutto va a studiare all’estero) fino alle aule di scuola, che diventano un luogo pericoloso, dove è necessario non abbassare mai la guardia per restare in piedi, e dove giustificarsi e spiegare non è possibile. i personaggi di questo romanzo non sono mai semplici, né scontati, hanno sfumature e contraddizioni, come nella vita vera, sbagliano, non riescono a comprendersi, agiscono “senza una buona ragione”, perché la vita è fatta anche di questo, di crudeltà insensate. E di percorsi imprevedibili per ridefinire se stessi, per ritrovare un senso e una luce oltre il buio.
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