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Guido Sgardoli
L’ISOLA DEL MUTO
San Paolo
Per una commossa e serrata narrazione corale nella quale, passo dopo passo, si ricostruisce un secolo e mezzo di storia. Per la nitida e precisa ambientazione, frutto di un ampio lavoro di ricerca. Per l’ampio respiro di una vicenda che regala personaggi indimenticabili e un’alta capacità di scrittura.
La recensione di Mara Pace su ANDERSEN 351 | aprile 2018
La storia che aveva in mente Guido Sgardoli, la scintilla da cui nasce questo romanzo, esigeva un’ambientazione nordica: un’isola ventosa, brulla e fredda. Lo troviamo spiegato nella Nota dell’autore in chiusura di romanzo, ma è un elemento che emerge anche dalla lettura. È difficile immaginare Arne – detto il Muto, con il volto ustionato durante una battaglia – in un luogo diverso dallo Scoglio in faccia a Horendal. L’isola del muto non è soltanto una saga familiare che abbraccia un secolo e mezzo di storia (1816-1966): è un ritratto di famiglia con paesaggio. La narrazione corale abbraccia infatti anche uno spazio, il luogo dove si svolgono gli eventi. L’isola rappresenta il vero punto d’unione della stirpe Bjørneboe, ancora più del sangue; non è un caso, infatti, che l’ultimo guardiano sia un membro acquisito della famiglia. Tutto ha inizio con Arne, reduce di guerra che trascorre le giornate in taverna, ma che un giorno salva la figlia di un uomo importante. Un uomo che può cambiare il suo destino, affidandogli l’isola dove hanno deciso di installare un faro. Dopo qualche anno gli affida anche la figlia, Gunhild, che rischiava di finire in manicomio, ma che trova sullo Scoglio uno spazio protetto dove vivere. Dalla coppia nascono Einar, Eivind ed Emil e da lì in avanti tutta la stirpe. Guido Sgardoli racconta i personaggi, frammento dopo frammento: i giochi infantili, i sogni della giovinezza, l’educazione dei figli, le imprese commerciali e produttive (più o meno legali), il ruolo delle donne. Passando da una figura all’altra, l’autore indaga così sulla condizione dell’essere umano, sulla libertà individuale, il ruolo della famiglia e il legame con la terra d’origine. Ogni pagina, inoltre, è chiaramente frutto di un’attenta ricerca storica, sia nella descrizione di luoghi, cibi e strumenti, sia nella ricostruzione dei grandi eventi che sfiorano e talvolta minacciano di invadere l’isola: l’indipendenza della Norvegia dalla Svezia, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale con l’occupazione nazista fino ai profondi cambiamenti sociali negli anni Sessanta del secolo scorso. Un romanzo d’ampio respiro, che ci regala una galleria di personaggi memorabili, dove la scrittura si modula a seconda dell’epoca e dei personaggi stessi.
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