L'ARTICOLO DEL MESE

Futuro plurale di Paola Schellenbaum

L’articolo del mese, pubblicato su Andersen n.415 e firmato da Paola Schellenbaum presenta Immagini di futuro, seminario del ciclo Leggere futuro plurale, organizzato dal Forum del Libro, al quale è dedicato il dossier di questo mese. Sostieni la rivista Andersen e abbonati ora! 

“Viviamo in tempi confusi e che confondono”, scrive James Clifford nell’articolo ‘Raccontare storie’ nel libro Narrare humanum est (Utet 2023). L’antropologo ci sollecita a considerare una prospettiva particolare, in un contesto interdisciplinare. Cosa accade quando si osserva ciò che scrivono e narrano coloro che – in diverse culture – partecipano alla vita delle persone, comunicando con gli altri? Cosa accade quando si condivide a lungo la vita quotidiana di altre persone costellata di diversità e di storie? L’antropologia culturale cerca di tradurre e di dare un senso a situazioni che possono anche dimostrarsi complicate, strane o semplicemente ignote perché proiettate nel futuro. Un suggerimento è sviluppare “relazioni che implicano e decentrano l’osservatore” adottando uno sguardo antropologico, senza annullare le differenze. E questo vale anche per il mondo del libro e della lettura, come ho scritto in un articolo apparso sulla rivista «Sistema editoria» (n.2/2023). Cioè, essere completamente immersi ma anche estranei, calarsi nei panni degli altri con empatia mantenendo una giusta distanza. 

Tutto ciò assomiglia alla lettura di un romanzo o di un saggio. Leggere è una pratica che nei secoli è cambiata, dalla lettura ad alta voce condivisa alla lettura individuale silente, ma le trasformazioni della rivoluzione digitale sono rapide e profonde, tanto che la scelta delle tecnologie per leggere, studiare, approfondire sembra sempre meno subordinata agli obiettivi dell’apprendimento e del divertimento e sempre più determinata dalla sovrabbondanza di informazione e dalla tecnologia che talvolta ci sfugge di mano, creando dipendenza emotiva, smarrimento e frammentazione nel ragionamento. Si legge su diversi supporti, tra carta, audiolibri e digitale.

Nel report I giovani e la lettura di libri: nuove e vecchie forme di Emanuela Bologna (Istat), si legge che dal 1988 le lettrici (che preferiscono i libri di carta) hanno sorpassato il numero di lettori (che sono inclini all’e-book) e nel 2010 il 46,8% della popolazione dichiarava di aver letto almeno un libro all’anno. Questa percentuale è scesa nel 2019 al 40%, tornando ai livelli del 2001, per risalire un poco durante la pandemia al 41,4% nel 2020 e ridiscendere nel 2022 al 39,3%. I giovani lettori (6-19 anni) sono più numerosi e rappresentano il 51,7% della popolazione e tra loro vi sono lettori deboli (24,6% con 1-3 libri all’anno), lettori medi (20% con 4-11 libri all’anno) e lettori forti (7,1% con 12 o più libri all’anno). La sorpresa è che nella fascia d’età 11-14 anni le lettrici forti sono più numerose. E chi non legge? Il 52,2% dei maschi e il 44,3% delle femmine risponde che “Leggere mi annoia, non mi appassiona”, mentre le altre due motivazioni principali sono la preferenza per altri svaghi e la mancanza di tempo. Solo 1,7% dei ragazzi e il 2,8% delle ragazze risponde “Non so leggere, leggo male”, è sempre troppo ma per fortuna è una bassissima percentuale. Tra le attività svolte in rete dai ragazzi (nella fascia d’età 11-17), la lettura di libri online o e-book è bassissima, mentre prevalgono l’instant messaging, le videochiamate, youtube, gaming, zoom per l’apprendimento e i social.

È da queste riflessioni che ha preso forma il progetto “Leggere, futuro plurale” nel ventennale dell’associazione Forum del libro, con quattro seminari (Napoli, Torino, Bari e Genova) preceduti da un convegno a Roma (9 e 15 dicembre 2023) dal titolo Nuove forme di lettura: i giovani nella rete (e non solo), tenutosi a Palazzo Merulana, grazie a un contributo di MIC, BPER, CoopCulture e OPM valdese. Il ciclo di seminari di approfondimento si è svolto tra marzo e aprile 2024 dando così inizio a un laboratorio permanente sulle evoluzioni della lettura e sul ‘futuro plurale’ del libro con un occhio particolarmente attento ai più giovani. In ogni epoca ci si è interrogati sul futuro e sulla centralità delle innovazioni tecnologiche, a fronte dei grandi cambiamenti: la rivoluzione industriale, l’avvento dell’elettricità, i personal computer e attualmente la rivoluzione digitale con le intelligenze artificiali (IA). Già nella seconda metà dell’Ottocento si viaggiava nel tempo, ad esempio con le avventure di Saturnino Saturnini, protagonista del romanzo di Agostino della Sala Spada, Nel 2073! Sogni d’uno stravagante (Tab Edizioni 2022), ambientato a Torino a duecento anni di distanza, in cui colpisce il valore attribuito alla conoscenza e ai gadget che rendono accessibili i libri, come si legge in Le biblioteche nella fantascienza. Utopie, distopie, intelligenze artificiali a cura di Rossana Morriello, Gino Roncaglia, Federico Meschini (Editrice bibliografica 2024).

 

E veniamo ai seminari. A Napoli, in collaborazione con l’Associazione A voce Alta e con l’Accademia di Belle Arti, presso lo Spazio Laterzagorà – Teatro Bellini, nel primo incontro “La rivoluzione digitale, le nuove forme d’arte e la lettura”, coordinato da Serena Gaudino, si è partiti dalla constatazione che la rivoluzione digitale ha introdotto tre concetti innovativi che cambiano il rapporto tra la tecnologia e l’umano: la convergenza (smartphone), la convivenza tra diversi media (ambiente digitale) e l’always on (essere sempre connessi in mobilità). Tutto questo non solo cambia il modo di rapportarsi ai consumi culturali ma è un nuovo modello mentale, sia fisiologicamente che psicologicamente, in quanto la tecnologia è pervasiva e la lettura non è più solo una questione di visione e di attenzione interiorizzata, tipica della lettura individuale silente e concentrata, ma è anche ascolto con gli audio-libri e i podcast e diventa lettura veloce e frammentata nei social media. Viviamo in un mondo ibrido, tra carta e digitale, che ci costringe a un modo diverso di percepire, vivere e utilizzare il tempo, come si può leggere nel libro di Giovanni Solimine, Cervelli anfibi, orecchie e digitale (Aras Edizioni 2023). In breve, il futuro plurale del libro è caratterizzato da cambiamenti ben più profondi rispetto a quelli ipotizzati sin qui, soprattutto rispetto a quelle retoriche della fine del libro e della lettura su carta, ma in quali direzioni?

 

Ce lo siamo chiesti in un seminario da me coordinato a Torino al Circolo dei lettori, a partire da un libro di Gino Roncaglia L’architetto e l’oracolo. Forme digitali del sapere da Wikipedia a ChatGPT (Laterza 2024) che illustra queste sfide non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche sociale e culturale. Ci siamo cioè domandati: “ChatGPT ha imparato l’ABC?”. Nella preminenza della frammentazione sulla complessità, le architetture dell’informazione come le enciclopedie digitali (ad es. Wikipedia), che hanno generato il sogno del web semantico, sono diventate un ausilio alla ricerca e allo sviluppo di contenuti in vari campi. La novità è il passaggio dal modello dell’architetto a quello dell’oracolo con la creazione di contenuti digitali complessi tramite IA generative, come ChatGPT, basate su associazioni statistico-probabilistiche più che su algoritmi logico-deterministici. Tutto ciò è fantascienza? Se si guarda alle memorie personali e ai trasferimenti di memoria che già ora usano le nuove tecnologie si può ipotizzare una certa convergenza che potrà essere ulteriormente sviluppata in futuro. Una rappresentazione di cosa accadrà domani è presente nei racconti di fantascienza che parlano di biblioteche nel metaverso e di virtual librarian. Sono proiezioni in un futuro immaginato. Infatti, il focus sulle IA generative permette di riflettere non solo su machine learning, produzione di contenuti, allucinazioni e processi di addestramento dei corpora di testo, ma anche sul loro impatto nelle relazioni tra le persone quando vengono usati robot dalle sembianze sempre più umane. Come se l’umano fosse già adesso un impasto inestricabile di un organismo che si mischia con una serie di strumenti (dagli attrezzi alle nuove tecnologie), in modo tale però da garantire che l’ultima decisione – o la supervisione – sia sempre umana. Possiamo immaginare un robot che ci leggerà un racconto e che ci tiene compagnia per affievolire quel senso di solitudine tipica nel mondo digitale?

 

A Bari presso la Libreria Laterza, in collaborazione con l’Associazione Presidi del libro, si è affrontato il tema “Cosa leggere, perché leggere. La difficile arte di educare alla lettura”, coordinato da Maria Laterza e da Orietta Limitone, si è riflettuto sulle tante sfaccettature della educazione/promozione della lettura, che è obiettivo strategico per il Forum del libro. È un processo in continuo cambiamento in base all’evoluzione del pubblico e alle trasformazioni dei media, come racconta un libro di Daniele GarritanoUn’affollata solitudine. Per una sociologia della lettura (Carocci 2023). Cosa leggono i ‘giovani adulti’? Il termine è spesso criticato in quanto più di un quarto di chi legge libri per young adults, secondo il quotidiano inglese «The Guardian» (30/4/2024), ha più di 28 anni. Ormai si ritarda l’entrata nella adultità, anche in seguito all’allungamento della speranza di vita. Le metodologie qualitative di ricerca sociale, con interviste a lettori e lettrici, consentono di delineare una sorta di biblio-biografia che forma le personalità secondo diversi profili. Spesso si leggono statistiche che inducono a pensare che in Italia si legge meno che in altri paesi europei, soprattutto tra i giovani, ma le indagini qualitative permettono di conoscere e comprendere le aspettative, le motivazioni e i bisogni specifici di lettori e lettrici in alcune aree geografiche e in contesti particolari. Consentono anche di approfondire le preferenze individuali e le esperienze psicologiche e cognitive, condivise nei gruppi di età, fino alle difficoltà d’accesso ai libri, come descritto da Beatrice Eleuteri nel libro Ars lectorica (AIB 2021). Il mondo del libro mette in rete i diversi luoghi della cultura (scuole, librerie, biblioteche, biblioteche scolastiche), ad esempio nella rete comunale Bari Social Book, secondo i principi della “biblioteconomia sociale” che punta alla “centralità delle persone”, come si legge nella raccolta di saggi curata da Chiara FaggiolaniLe biblioteche nel sistema del benessere (Editrice bibliografica, 2022). Secondo l’esperta, i giovani sono persone ‘divenenti’ (un nuovo termine che appare nell’articolo pubblicato online in «Che Fare», 12 Ottobre 2023 [https://che-fare.com/almanacco/i-divenenti-due-libri-e-un-documentario-per-progettare-la-lettura-nel-futuro/]) e questo approccio assegna un ruolo anche alle comunità, capaci di divenire ‘comunità educanti’.

Insomma, è “il piacere dell’incontro con un personaggio e soprattutto la voglia e la gioia di ricercarlo, rivolerlo, ritrovarlo” che occorre saper suscitare nelle giovani generazioni, come scrive Carla Ida Salviati, ne Il primo libro non si scorda mai (Giunti 2017). È l’amore e l’innamoramento per le storie da parte di ragazzi e ragazze che, pure usando le tecnologie, si emozionano ancora alla vista e al tatto della materialità del libro e delle illustrazioni, affinano l’ascolto specie se la lettura è ad alta voce, pur interrogandosi tra mille dubbi intorno al piacere e al dovere o bisogno di leggere, come suggerisce il libro a cura di Federico BatiniLa lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione della qualità (il Mulino 2023).

 

E arriviamo al seminario di Genova, tenutosi online, che ha permesso un focus sul mondo dei giovani e dei giovanissimi dal titolo: Quali immagini di futuro nell’editoria dedicata ai giovani adulti, coordinato da Carla Ida Salviati insieme alla rivista «Andersen», di cui nelle prossime pagine troverete i materiali. L’esplorazione delle scritture per i giovani adulti, tra utopie e distopie, è il percorso offerto da Anselmo Roveda accompagnato dalla presentazione di Martina Russo sulla evoluzione e sui cambiamenti della produzione per ‘giovani adulti’ negli ultimi anni, con un contributo di Maria Teresa Carbone, che si sofferma sugli autori, in particolare nel contesto angloamericano. Infine, leggerete le ‘pillole’ con le testimonianze di alcuni professionisti del settore – autori, editori, librai – tra cui Luigi Ballerini, Luisa Mattia, Francesco D’Adamo, Aldo Addis, Beatrice Fini e Della Passarelli.
Buona lettura! 

Gli articoli del dossier – firmati da Anselmo Roveda, Martina Russo, Maria Teresa Carbone, Carla Ida Salviati – sono pubblicati su Andersen n. 415. Potete acquistare la vostra copia nel bookshop o abbonarvi alla rivista Andersen per tutto l’anno. Fino al 21 settembre, i nuovi abbonati ricevono in omaggio anche il numero estivo dedicato al viaggio. 

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